Verso il miliardo di ricavi nel 2016, alla faccia del mercato cinese che non tira più come una volta e magari chissà che, dall’alto dei suoi profitti l’imprenditore Fulvio Montipò non abbia altre idee per recuperare la “sua” Reggio dopo quella recente della ristrutturazione di Palazzo Busetti, nel cuore della città comune capoluogo.
La società quotata in Borsa al segmento Star, divisa in due grandi aree (quella dell’Olio e quella dell’Acqua, forze motore e pressione) ha visto aumentare nel 2015 sia i ricavi che la redditività. Col settore oleodinamico che dovrebbe rappresentare nell’arco di 2.3 il 65% dell’intera partita Interpump.
Nel 2015 la multinazionale tascabile, oltre alla Walvoil, ha consolidato le neo-acquisite Inoxihp, Bertoli e Opser mentre all’inizio dell’anno ha fatto shopping della britannica Endeavour. Ma sono tutte rose e fiori dunque?
No di certo. Secondo gli esperti infatti, il rischio è che le frequenti acquisizioni possano distrarre risorse e attenzione del gruppo dalla gestione del business ordinario anche se dai vertici del colosso imprenditoriale reggiano respingono l’ipotesi.
Non solo Italia: una volta partito l’ampliamento della fabbrica di Atessa di Chieti, Interpump guarderà ai mercati della Bulgaria, della Romania e soprattutto dell’India visti i rallentamenti del mercato cinese e di quello brasiliano. Mentre negli Usa il mercato dovrebbe rimanere stabile anche in questo 2016.