Internet Festival, la digitalizzazione degli archivi secondo la Toscana

Ciuoffo: “Uno strumento nuovo che fa un mestiere antico”

Pisa – Si è svolta ieri mattina, nella sede della Scuola Normale di Pisa, l’edizione 2024 di “Internet Festival”,  con un dibattito su “La digitalizzazione degli archivi”, avente per per sottotitolo “Metodi, scelte e principi nelle linee guida della Regione Toscana”.

I lavori sono stati aperti da Stefano Ciuoffo, assessore alle infrastrutture digitali e innovazione della Regione Toscana: “Internet Festival è diventato un punto di sintesi dei nostri programmi e delle nostre azioni. Dalla comunicazione alla formazione, è qui che facciamo il punto sull’avanzamento di quello che riusciamo realizzare. Quest’anno il termine Generazione sintetizza il tema e gli effetti che l’intelligenza artificiale, generativa, può avere”, ha detto l’assessore regionale. E ha poi aggiunto: “Siamo di fronte a cambio di passo paragonabile a ciò che in passato è avvenuto con la rivoluzione industriale. Cambiano linguaggi, cambia la velocità, cambia la capacità di creare in maniera tecnologicamente avanzata non solo un linguaggio, ma nuovi rapporti tra uomo e macchina, l’interazione tra le macchine stesse. Tutto ciò, probabilmente, produrrà anche il cambio delle relazioni sociali”.

Inoltre, Ciuoffo ha sottolineato la significatività del ruolo della Toscana e di Pisa in particolare in questo nuovo percorso: “L’intelligenza artificiale è il mondo nuovo che abbiamo di fronte. Pisa è leader nell’innovazione tecnologica e qui la Toscana trova la punta più avanzata della propria ricerca”.

“La digitalizzazione ha una grande ambizione- ha continuato –  perché  è uno strumento nuovo che fa un mestiere antico ed è fondamentale la costruzione di una banca dati che si aprirà alla I.A. Fondamentale a questo punto sarà la sinergia con i Comuni del territorio e su questo stiamo lavorando per cercarne uno capofila, per mettere in tutela l’intero nostro patrimonio. Che non vuol dire perdere le carte ma riordinarle estrapolando il contenuto per tutelare la nostra storia”.

A seguire la tavola rotonda condotta da Ilaria Pescini, responsabile del sistema documentale e degli archivi della Regione Toscana ,sui temi riguardanti i “Metodi, principi e strumenti”, a cui hanno partecipato  Lorenzo Valgimogli della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica per la Toscana, Dario Taraborrelli archivista HibouCoop e Gabriele Buzzico del Comune di Chianciano Terme.

In apertura Pescini ha sottolineato l’importanza dell’uso degli archivi che sono una colonna portante da salvaguardare attraverso la trasformazione degli archivi da cartacei in digitali. “Questo per mettere a disposizione di un’utenza sempre più ampia informazione e notizie. Non un lavoro fatto massimamente ma “cum grano salis” al fine di valorizzare il materiale archivistico”. Mentre Valgimogli ha spiegato quanto sia importante la funzione degli archivi, dal momento che rappresentano la conservazione della memoria storica. “Grazie a loro possiamo curare la sua costruzione futura, moderna e contemporanea per meglio comprendere l’oggi” . E ha citato il caso del Comune di Pontremoli che ha presentato il progetto chiamandolo “Pontremoli storica e digitale” che riprende le linee guida per la digitalizzazione cartacea. 

Della condivisione e del confronto con esperienze di altre Amministrazioni che già hanno condotto significativi progetti di digitalizzazione, ha parlato Gabriele Buzzico che ha elencato i lusinghieri risultati del Comune di Chianciano Terme, sulla digitalizzazione che, nata  per necessità durante il periodo Covid quindi in piena emergenza, è diventata altamente funzionale all’uso. Dario Taraborrelli invece ha sviluppato il tema della struttura del documento vero e proprio e di come la digitalizzazione possa venire incontro a tutti coloro che vogliono conoscerne l’intrinseca fattibilità. Anche se, ha ricordato, “la vera rivoluzione tecnologica degli archivi avvenne a Parigi il 25 luglio 1794 perché in quella data la Convenzione nazionale della Repubblica francese prese la deliberazione di aprire gli archivi storici alla libera consultazione degli studiosi. Una decisione che aboliva ogni limite di segretezza alla ricerca storica e che, in campo archivistico rappresentò un avvenimento di capitale importanza”. 

Gli obiettivi della Pubblica Amministrazione degli ultimi decenni, da quelli della semplificazione nei rapporti con i cittadini a quelli della transizione al digitale sono stati,invece, al centro degli interventi di Laura Sparavigna e di Frida Scarpa entrambe assessore  al Comune di Firenze e al Comune di Pisa. 

Per Sparavigna si tratta di “una partita che può generare nuove opportunità e come primo effetto quello di offrire un servizio ai cittadini oltre che alla qualità dei dati. Stiamo lavorando sulla contemporaneità della gestione perché anche i dati digitali hanno bisogno di un processo  di sintesi. L’importante è essere riusciti a fare squadra con gli Enti locali e le amministrazioni del territorio toscano attraverso la condivisione di un progetto che ha previsto  dei costi. Ma allo stato attuale fondamentale è stata la cabina di regia della Regione Toscana che ha aiutato l’intera iniziativa supportandola economicamente.  Perché  salvaguardare i documenti e trasmetterli vuol dire evitare dei vuoti e dare conoscenze alle generazioni future affinché sappiano da dove siano venute e dove esse vogliano   andare. Quindi uso facile rapido e accessibile dei documenti nei nostri archivi che darà l’idea di una amministrazione a portata di cittadino. Un lavoro iniziato quattro anni fa che ha permesso la digitalizzazione di oltre 1000 metri lineari; di 92 mila pratiche di condono edilizio e 430 pratiche urbanistiche”.

In conclusione Frida Scarpa ha affermato l’importanza dei 140mila euro per abbattere il pachiderma burocratico delle amministrazioni. “Fondamentale è rendere efficiente l’archivio e il Comune di Pisa sta  facendo la sua parte con particolare riguardo all’’urbanistica e all’edilizia. È fondamentale però trovare l’archivista, l’unica figura capace di scremare i documenti per evitare di digitalizzare quelli che non servono. Pisa è sempre stata una città all’avanguardia per quanto riguarda la ricerca e l’analisi . Non a caso, ha poi concluso l’assessora,- Il 30 aprile del 1986 l’Italia si collegò da Pisa a Internet per la prima volta. All’Istituto del CNR, di Pisa fu attivato il primo nodo Internet d’Italia”. 

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