“Insieme per l’oncologia”: volontariato in-formato

Pistoia – Dare l’annuncio di un evento non è cosa troppo difficile: comunichi cosa, chi, come e quando, poi aggiungi qualche informazione accattivante… et voilà, il gioco è fatto. Meno scontato, seppure molto più intrigante, è l’andare a leggerlo fra le righe, percepire lo spirito che lo anima, le motivazioni che lo hanno fatto ideare, l’impegno speso per realizzarlo.

Così, ecco che iniziamo col darvi informazione su un evento certamente pregevole: “Insieme per l’oncologia. Nuove prospettive dall’assistenza di base alle urgenze, un corso di formazione di largo respiro, rivolto ai volontari già attivi nelle associazioni che lo hanno promosso, ma che strizza l’occhio anche a coloro che stanno meditando di donare un po’ del proprio tempo agli altri, così che ricevano la spintarella finale nel decidersi a intraprendere il percorso di solidarietà.

A volerlo alcune associazioni di volontariato, con il Calcit Chianti Fiorentino capofila, insieme ad Aurora Donna Prato, AVO Firenze, Calcit Tavarnelle e Barberino, Calcit Valdarno Fiorentino, Fondazione Sandro Pitigliani Prato e Voglia di Vivere Pistoia, che con entusiasmo hanno dato un contributo fattivo per realizzarlo. Si tratta di associazioni che siedono al tavolo di lavoro istituzionale intorno al quale si raccolgono i loro progetti e riflessioni – il TOL – che si integrano all’interno del Dipartimento Oncologico della Ausl Toscana Centro diretto dalla Dott.ssa Luisa Fioretto, in collaborazione con la Sosd Psiconcologia gestita dalla Dott.ssa Lucia Caligiani.

Riconoscendone il patrocinio, Regione Toscana, Comune di Firenze e sezione regionale Toscana-Umbria di SIPO (Società Italiana di Psico-Oncologia), hanno sancito la loro approvazione a questa iniziativa. Non da meno, il contributo sostanzioso della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che – in linea con i suoi scopi di utilità sociale e valorizzazione del patrimonio, anche umano – sponsorizzandolo ha permesso ai partecipanti di frequentare il corso gratuitamente.

Così, da venerdì 29 gennaio gli iscritti potranno iniziare a seguire le lezioni, che diversamente dalle previsioni saranno svolte esclusivamente online, come i difficili tempi del Covid-19 impongono di fare (qui il  “programma completo”).

Fin qui eccovi informati sui dati oggettivi e operativi del corso. Ma, come dicevamo all’inizio, volendo anche darne una lettura fra le righe – veloce, giusto una sbirciatina per capire meglio come vanno le cose nel mondo del volontariato – vediamo che la vecchia e operosa “buona volontà” è andata a finire in cavalleria: o, meglio, rappresenta ancora lo spirito vitale dell’associazionismo, ma le è richiesto di accompagnarsi con abilità specifiche delle quali non è più pensabile si possa fare a meno, nel volontariato come del resto in ogni altro aspetto del vivere quotidiano, che richiede sempre più elevati livelli di specializzazione.

Davanti a questa necessità eventi come “Insieme per l’oncologia” rappresentano la risposta, preziose occasioni di crescita grazie alle quali è possibile indirizzarsi verso percorsi di orientamento e confronto che, prima di ogni altra cosa, permettono di acquisire le competenze necessarie a rapportarsi coi pazienti, e con i loro care giver. Il “prendersi cura” è diventato imperativo irrinunciabile – dall’assistenza di base alle urgenze, come cita il sottotitolo di questo corso – un atteggiamento nel quale il paziente diventa protagonista del proprio percorso clinico, co-costruito con gli altri attori che vi partecipano: medici, infermieri, OS, care giver, e chiunque altro rappresenti un riferimento per chi ha bisogno di essere sostenuto come appunto il volontario, che in questa prospettiva si inserisce a pieno titolo, e per il quale le competenze acquisite attraverso una formazione qualificante diventano essenziali, per dare piena soddisfazione agli assistiti come a chi presta la propria opera a loro beneficio. Discorso che a maggior ragione vale oggi, quando l’attenzione del mondo è – peraltro comprensibilmente – assorbita dall’emergenza Covid, ma che non per questo può giustificare disagi nel trattamento di altri pazienti, in particolare oncologici e cronici.

Per concludere, ci sentiamo di affermare che un corso come “Insieme per l’oncologia. Nuove prospettive dall’assistenza di base alle urgenze” rappresenti una sorta di ponte, un trait d’union fra due volti del volontariato – che era e quello che è –, in cui alle competenze “mediche” si sommano le abilità comunicative che lo aiuteranno a rapportarsi correttamente con gli assistiti.

E, se vogliamo, questo nuovo modo di concepire il volontariato può essere letto anche quale strumento di crescita delle persone, di cittadini più capaci di consapevolezza. Cittadini migliori. Possiamo diventarlo.

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