Insegnanti, il governo fa marcia indietro sugli stipendi

Il segretario Pd Costa in linea con Renzi: il blocco è inaccettabile

Insegnanti, il governo fa marcia indietro sugli stipendi“Gli insegnanti non dovranno restituire 150 euro percepiti nel 2013 a seguito della contorta vicenda sugli scatti derivanti da norme assunte tra il 2010 e il 2013”. La retromarcia del governo sul blocco degli scatti agli stipendi di docenti e lavoratori della scuola pubblica è stata decisa durante una riunione a palazzo Chigi tra Enrico Letta, il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni e il ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza. Il governo tenta così di risolvere il pasticcio dopo la levata di scudi dei sindacati e le critiche del segretario del Pd Matteo Renzi. Il caso è nato in seguito ad una nota del Mef nella quale si specificava che gli insegnanti italiani avrebbero percepito 150 euro in meno in busta paga fino alla restituzione dei soldi percepiti in più nel 2013 per effetto del Dpr 122/2013, emanato a settembre e d entrato in vigore il 9 novembre, che ha bloccato sia il rinnovo del contratto collettivo di lavoro che gli scatti stipendiali. Così il ministero dell’Economia era stato costretto, con una nota del 27 dicembre, a richiedere indietro i soldi a chi ha già percepito l’aumento dello stipendio per effetto dello scatto.

“C’è stato un problema di comunicazione – si è giustificato Saccomanni- Il ministero dell’Economia è un mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute”. In un comunicato ufficiale, il Mef precisa di aver informato il Miur il 9 dicembre scorso, quindi un mese fa, che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando al Miur il tempo necessario a formulare diverse istruzioni. Istruzioni che però non sono mai arrivate, stando al ministero delle Finanze: motivo per cui “le strutture operative del Mef hanno proceduto secondo le informazioni disponibili e come disposto dalla legge in vigore”. La Carrozza si è limitata a parlare di “impicci burocratici amministrativi” che possono, come in questo caso, portare ad un “pasticcio” senza che “i ministri e il governo ne sappiano niente”: “Tra Natale e Capodanno sono stati presi questi provvedimenti per inerzia amministrativa senza comunicare ai ministri competenti cosa stava avvenendo”.

Anche da Reggio si sono levate le proteste del segretario del Pd Andrea Costa e della responsabile Welfare e Scuola Paola Baraldi: “Appresa la notizia del blocco – scrivono in una nota – abbiamo fatto sentire il nostro sostegno al ministro dell’Istruzione è avviato i contatti con i nostri referenti.Oggi possiamo dire con soddisfazione che il presidente del Consiglio abbia tenuto conto delle legittime rimostranze ed abbia posto rimedio. Il provvedimento adottato dal MEF riguarda circa 300 mila Insegnanti che, avendo maturato il diritto dal gennaio 2013, già dalla prima busta paga di quest’anno dovranno restituire – con detrazione di 150 euro lordi mensili e fino all’estinzione del debito – quanto percepito per gli scatti d’anzianità, congelati per tre anni e sbloccati retroattivamente nel settembre 2013. Un atto inaccettabile nel contenuto, poiché lesivo di un diritto dei lavoratori, oltre che arbitrario nel metodo, che ancora una volta colpisce la Scuola e i suoi Operatori, ormai da anni oggetto dei pesanti tagli che hanno riguardato il nostro Sistema Formativo e Scolastico”.

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