Una campagna di monitoraggio delle polveri sottili nell’aria della città di Reggio Emilia condotta da alcuni volontari di Legambiente, mostra come siano necessari interventi più incisivi da parte delle istituzioni per evitare danni alla salute.
“La campagna di monitoraggio della qualità dell’aria – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – quest’anno a Reggio la si è voluta caratterizzare con un monitoraggio in continuo per una settimana delle polveri respirabili, iniziativa sperimentale e forse unica in Italia, realizzata attraverso l’utilizzo di un’unità di campionamento che 6 volontari per 7 giorni hanno sempre avuto con se. Si è voluto in pratica misurare quello che un cittadino respira quotidianamente, mentre lavora, svolge commissioni o semplicemente si muove per la città. L’iniziava è stata possibile grazie alla collaborazione con lo Studio Alfa, che ha messo a disposizione le competenze e la strumentazione per questa campagna e grazie anche ai sei volontari dell’Associazione che si sono prestata per la sperimentazione”.
Il monitoraggio è avvenuto misurando il Particolato respirabile, attraverso l’uso di un selettore a ciclone tipo Lipmann, come raccomandato per la valutazione della polvere respirabile per i luoghi di lavoro.
I dati dei monitoraggi personali sono allineati a quelli delle centraline dell’Arpa a conferma che l’inquinamento, legato soprattutto al transito dei veicoli, trova riscontro non solo a bordo strada, ma più in generale nell’aria di Reggio.
“I dati trovati – conclude Becchi – suggeriscono senza dubbio una estesa e diffusa presenza di particolato respirabile che interessa tendenzialmente tutta la popolazione. Non consentono per ora di stabilire esattamente il significato “storico” di questi valori e suggeriscono anche la necessità di confronti con possibili “bianchi” ovvero con aree presumibilmente lontano dal traffico urbano e da altre fonti di particolato “antropico”. Certamente le misure adottate a livello regionale e anche quindi cittadino per mitigare questo fenomeno sono state del tutto insufficienti, così come non esiste una seria politica di rilancio del trasporto pubblico, che a Reggio città dal 1995 al 2010 è passato da 98 viaggi/abitante all’anno a 71, chiara testimonianza di una disaffezione in atto da anni dei cittadini verso questa forma di mobilità sostenibile. E’ necessario partire da politiche ed azioni locali serie per risolvere questo problema che riguarda tutto il bacino padano, evitando, come sta accadendo in molte realtà amministrative, di aggrapparsi a questo ragionamento per evitare di attuare delle vere politiche di risanamento della qualità dell’aria. Ci aspettiamo un deciso cambio di rotta da questa amministrazione, visti i dati raccolti e i continui sforamenti delle centrali Arpa delle scorse settimane”.