Finita l’ultima emergenza smog, archiviato il problema. Eppure, a dispetto delle santificate piogge della scorsa settimana, il problema dell’inquinamento resta centrale in pianura padana, una delle regioni più industrializzate d’Italia e d’Europa.
Secondo i dati dell’Arpa regionale, la fonte principale dell’inquinamento diretto da polveri, spiega l’Arpa, è “la combustione non industriale (cioè il riscaldamento delle abitazioni, in particolare se effettuato con la combustione di biomasse), che rappresenta il 40% del totale”. Il traffico su strada, invece, “contribuisce per il 34%, seguito dai trasporti non stradali e dall’industria“.
Il traffico in compenso è “la principale fonte di emissioni di sostanze “climalteranti”, essendo responsabile del 25% delle emissioni di anidride carbonica. Inoltre, i trasporti su strada sono responsabili del 57% delle emissioni di ossidi di azoto e per il 39% sul monossido di carbonio.
In ogni caso, segnala l’Arpa, “la concentrazione media di fondo di inquinanti secondari come pm10, pm2,5 e ozono in Emilia-Romagna dipende in buona parte dall’inquinamento a grande scala tipico della pianura padana“.
In particolare, le polveri sottili e ultra-sottili sono per il 30-60% di origine secondaria, ovvero sono prodotte da reazioni chimico-fisiche che avvengono in atmosfera tra l’ammoniaca prodotta dalle attività agricole e zootecniche, gli ossidi di azoto e i composti organici volatili dovuti principalmente all’uso di solventi.
Il 2015 si è chiuso con valori peggiori dell’anno precedente. E nelle prime due settimane del 2016 sono già tre i giorni (quattro a Rimini) di superamento dei limiti di legge per quanto riguarda la concentrazione di polveri sottili. Soprattutto a causa delle condizioni meteo, a partire dal 20 ottobre le centraline Arpa hanno registrato un costante aumento dei giorni di superamento dei limiti di legge, anche se la concentrazione di pm10 non ha mai raggiunto il record toccato nel febbraio 2012 (250 microgrammi per metro cubo).
Il massimo numero di superamenti (67) è stato registrato a Parma e Reggio Emilia. La media annua di polveri sottili è stata ovunque superiore al dato 2014, anche se comunque inferiore ai limiti di legge. Infine, in cinque punti e’ stato superato il limite della media annua di biossido d’azoto: Porta San Felice a Bologna; via Giardini a Modena; Giordani – Farnese a Piacenza; San Francesco a Fiorano Modenese; Flaminia a Rimini.
A Parma, tra l’altro, l’accensione e l’entrata a pieno regime del termovalorizzatore Iren dovrebbe comportare lo spegnimento di migliaia di caldaie – dati diffusi parlano di 18mila impianti – grazie alla rete del teleriscaldamento ma si registrano ritardi sulla diffusione della rete.