Inquinamento, l’Emilia-Romagna è ancora oltre i limiti

Sempre troppi gli sforamenti di pm10 e ozono. Bologna in controtendenza, grazie al meteo e al calo dell’uso dell’auto.

Continua imperterrita l’emergenza inquinamento in pianura padana. In base agli ultimi dati dell’Arpa Emilia-Romagna, in sei province su nove è già stato superato il tetto dei 35 sforamenti all’anno delle polveri sottili. Bologna è in controtendenza, quest’anno e l’anno scorso per le pm10 che sono state sotto la fatidica soglia dei 35, ma non per l’ozono, il cui livello è stato superato ben più del limite di 25. In buona parte delle altre province dell’Emilia-Romagna va peggio: a Parma, ad esempio, gli sforamenti di pm10 nel 2015 sono stati più di 50 rispetto al limite di 35 – complice il clima delle ultime settimane caratterizzato da nebbia e assenza di precipitazioni. E alla fine dell’anno mancano poco meno di 30 giorni.

La Regione in ogni caso ha già predisposto il suo piano di risanamento della qualità dell’aria: dopo essere stato adottato dalla giunta ora è nella fase di raccolta delle osservazioni e a breve andrà in discussione in assemblea legislativa. Prevede un pacchetto di misure articolate sul trasporto, il riscaldamento domestico e l’agricoltura per ridurre l’emissione del 30-40% di pm10 e di inquinanti precursori.

La situazione lungo la via Emilia è però migliorata. Le polveri sottili sono l’inquinante più critico: sono consentiti in un anno 35 superamenti del limite giornaliero di 50 microgrammi. A Bologna negli ultimi due anni si è stati sotto questa soglia. Alla centralina di Porta San Felice l’anno scorso sono stati registrati 23 sforamenti, ad oggi sono 26, a quella dei Giardini Margherita l’anno scorso i superamenti sono stati 14, ad oggi sono 13. Un risultato dovuto a una combinazione di fattori, che vanno dall’andamento del meteo a una riduzione dei consumi di carburante a causa della crisi.

A Bologna e in regione di fronte a un minore assalto di polveri sottili si è registrata in compenso un’impennata di ozono. Quest’anno è stato superato il limite di sforamenti di 80 volte: quasi il 90% della popolazione è esposta a concentrazioni superiori ai livelli di protezione per la salute. La media europea è del 40%.

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