Firenze – Giovedì scorso si è tenuta un’iniziativa al bar San Gallo per presentare, davanti a un pubblico eterogeneo, una nuova modalità di utilizzazione del vetro “cavo”. Sì, proprio quello di cui grande esperto a livello mondiale è la Seves, l‘azienda che, entrata in crisi ormai da lunghi anni, continua a combattere per non arrivare a una conclusione che purtroppo ormai pare già scritta.
E forse, come già preannunciato da Stamp in queste pagine, l’idea, l’innovazione, la ricerca compiuta d alcuni giovani “inventori” potrebbe consentire all’azienda di trovare una nuova modalità di lavoro. Quale? Il gruppo di giovani inventori messi insieme dalla Camera di Commercio di Firenze fra il 2009 e il 2010, ha depositato un brevetto (con tanto di “imprimatur” da Ginevra”) che consentirebbe, utilizzando proprio le competenze di cui è portatrice la Seves, di sfruttare il “vetro cavo” facendone un vettore di riscaldamento e luce a uso domestico e industriale. Un’innovazione che riuscirebbe da un lato a dare il via a una produzione sostenibile e green di energia, dall’altro a rimettere in pista una delle fabbriche storiche del territorio fiorentino.
L’idea, su cui si stanno già muovendo contatti sia pubblici che di privati imprenditori, ha suscitato in ogni caso curiosità e speranze. Anche perché mettendo in campo un metodo totalmente innovativo di produrre luce e calore con una spesa minima, le applicazioni concrete sono le più disparate, andando da caldaie innovative e completamente sicure (non c’è infatti passaggio di gas) ai piani cottura. Tant’è vero che giovedì sera, al bar San Gallo in piazza della Libertà, sono giunte circa un centinaio di persone ad ascoltare e osservare la prova pratica del giovanissimo gruppetto che “raccontava” la propria innovazione. Fra gli astanti, oltre a un nutrito gruppo dei diretti interessati, vale a dire gli operai Seves, c’era anche l’Rsu aziendale, alcuni politici che avevano già avuto contatti col grande sponsor di tutta l’operazione vale a dire il sindacalista dell’Usb Leonardo Bolognini e con gli inventori, e altri cittadini privati interessati alla dimostrazione.
Mentre dell’aspetto scientifico si sono occupati gli inventori, alcune priorità sono state messe in evidenza da Leonardo Bolognini (la serata era organizzata dall’Usb), che ha sempre dimostrato grande fiducia nell’utilità dell’invenzione, sia per il futuro della Seves che per quello dell’economia regionale. “Un primo fondamentale punto – ha detto Bolognini – riguarda sia la Seves che il lavoro. Non è vero infatti che il patrimonio della Seves sono le mura: il vero valore, quello che qualsiasi imprenditore che volesse guardare a questa azienda dovrebbe valutare, è il valore delle persone che hanno formato le proprie competenze in lunghi anni di attività. Proprio per questo l’invenzione dei ragazzi si basa su un materiale particolare della Seves, il vetro cavo, che, con il valore aggiutno dellì’innovazione, potrebbe essere “costruito” dalla vera ecccellenza dell’azienda fiorentina, le mani, le teste le competenze dei suoi lavoratori. E dare slancio non solo alla Seves, ma a tutta l’econmia regionale, che vedrebbe così valorizzata concretamente la risorsa più importante, quella delle idee”.
Presenti alla serata anche il consigliere regionale Eugenio Giani, l’assessore allo sport del Comune di Firenze Andrea Vannucci e vari esponenti della Provincia. Messi in campo anche la possibilità di attingere a fondi regionali ed europei.
Vedi anche: http://www.stamptoscana.it/articolo/innovazione/lidea-potrebbe-salvare-seves