Firenze – Nel mese di gennaio 2015, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,6% nei confronti di gennaio 2014 (a dicembre la variazione tendenziale era nulla), confermando la stima preliminare. E’ il dato periodico fornito oggi dall’Istat, aggiungendo che la flessione su base annua dell’indice generale è dovuta in larga misura all’accentuarsi della caduta tendenziale dei prezzi dei Beni energetici, in particolare dei non regolamentati (-14,0%, da -8,0% di dicembre), e al rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi, con particolare riguardo a quelli relativi ai Trasporti (+0,3%, da +2,0% di dicembre).
Per quanto riguarda i singoli territori in tutte le ripartizioni geografiche, i prezzi fanno registrare tassi tendenziali negativi: nel Nord-ovest e nel Centro (-0,7% in entrambe le ripartizioni) la flessione dei prezzi è più ampia di quella nazionale; nel Nord-est (-0,6%) è pari al dato nazionale; nel Sud (-0,5%) e nelle Isole (-0,4%) il calo risulta lievemente più contenuto In particolare in Toscana e in tutto il Centro-Nord, con l’eccezione del Trentino-Alto Adige – in cui i prezzi sono fermi rispetto a gennaio 2014 – la situazione regionale vede prezzi in diminuzione su base annua nella totalità dei casi: le flessioni più ampie si registrano per Umbria (-1,0%), Piemonte, Toscana (-0,8% per entrambe le regioni), Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia (per tutte -0,7%). Analogamente in tutte le regioni del Mezzogiorno si riscontrano flessioni tendenziali dei prezzi, per quanto relativamente meno ampie: la Puglia (-0,8%) e la Calabria (-0,7%) fanno registrare i cali maggiori; la Campania e la Basilicata (per entrambe -0,3%) quelli minori.
Per quanto riguarda i capoluoghi delle regioni e delle province autonome, Bolzano (+0,3%; era +0,8% a dicembre) è l’unica città in cui i prezzi registrano un incremento rispetto a gennaio 2014. Nelle rimanenti città, le flessioni tendenziali dei prezzi risultano comprese tra -1,1% di Firenze e Catanzaro e -0,1% di Palermo (-0,1%).