Infanzia non si appalta, presidio sotto Palazzo Vecchio

Firenze – Canzoncine e filastrocche, sono insegnanti, genitori e bambini quelli che prendono posto sotto Palazzo Vecchio, stasera alle 17,30 circa, per ricordare al sindaco, al vicesindaco e alla città, che “L’Infanzia non si appalta”. Il vero problema, dicono le mamme, interpellate, al di là di tutto è che “non vogliamo un bambino a metà”. Vale a dire? “Questo sistema fa sì che un bambino sia seguito in un modo  e con un metodo fino all’ora di pranzo e poi, change, si cambia. il bambino della mattina non è più il bambino della sera”. Punto di vista delle mamme, si dirà, ma sono d’accordo, e non hanno mancato di sottolinearlo, anche gli insegnanti. “Siamo qui a dare un segnale – conclude una mamma con in braccio il figlio – non dimentichiamo ne’ torniamo indietro: l’Infanzia non si appalta”.  Oltre all’Usb e ai Cobas comunali, passano i consiglieri Tommaso Grassi e Donella Verdi, Frs, oltre a Miriam Amato, Alternativa Libera, che in consiglio comunale siede nel gruppo misto.

infanzia

A proposito delle docenti, sotto i sole cocente anche se velato, corre in sordina una polemica che ha visto protagonista nientemeno che Legacoop, in una sorta di “smentita” che sarebbe stata fatta nei confronti di alcuni sindacati, proprio per quanto riguarda le condizioni  di lavoro dei dipendenti delle cooperative, cui è appaltata, come è ormai noto, la “fetta” pomeridiana della scuola dell’infanzia.

“E’ stato detto che gli educatori delle cooperative sono docenti, ma in realtà hanno un contratto part time di educatori professionali con qualifica docente, che è altra cosa dal contratto full time dei docenti – spiega un rappresentante dell’Usb – che hanno tredici mensilità, mentre ciò che viene loro concesso, al posto fdi quello che dovrebbe essere il part time ciclico verticale che di fatto avrebbero, è uno stipendio sensibilmente minore nei mesi di luglio e agosto. Anche la questione del contratto a tempo indeterminato, in una cooperativa, rimane pur sempre vincolato all’appalto: se la cooperativa perde l’appalto può licenziare il lavoratore”. Inoltre, come ribadisce Stefano Cecchi, rappresentante Usb, “alla fine, gli appalti costano più del servizio gestito direttamente, ma in compenso i lavoratori in appalto guadagnano il 20-40% in meno degli stipendi dei dipendendenti interni”. 

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