Industria: la Toscana del Sud chiede infrastrutture e istituzioni più efficienti

Siena- Le imprese della “Toscana del sud” chiedono di superare il gap che le separa dai territori metropolitani più “privilegiati”, sia in termini di infrastrutture viarie che telematiche. All’assemblea generale di Confindustria Toscana sud  che si è tenuta a Siena il coro è stato unanime. “Vogliamo competere ad armi pari rispetto ai nostri concorrenti” ha sottolineato il presidente neoeletto Paolo Campinoti. Che ha aggiunto: “Vogliamo avviare un dialogo con le altre associazioni di categoria” per ottenere risposte dalla pubblica amministrazione e superare la distanza che divide quest’area dal resto della regione e dai territori europei più competitivi.

L’ufficio studi di Confindustria ha messo a confronto Siena, Arezzo e Grosseto  con le 103 province italiane utilizzando un complesso mix di indicatori. Le tre toscane ottengono performance di grande rispetto in alcuni settori di grande importanza. Siena è addirittura al secondo posto fra le province italiane per innovazione; Arezzo al quinto per la salute dei suoi cittadini; Grosseto al sedicesimo per funzionamento delle istituzioni.

Fin qui le eccellenze. Poi arrivano le “peggiori performance”. E allora ecco che Siena scivola al 79° posto per “Prontezza tecnologica”; Arezzo al 76° per istruzione superiore e formazione continua; Grosseto precipita addirittura all’84° su 103 province, per infrastrutture viarie. Fra tutte e tre è proprio quest’ultima la più penalizzata nella graduatoria del nostro Paese. Se infatti Siena e Arezzo si conquistano rispettivamente un dignitoso 20° e 26° posto, Grosseto si colloca addirittura all’84° considerando il complesso di indicatori di competitività.

A ben guardare tuttavia, neanche il “contenitore” regionale fa bella figura nelle graduatorie internazionali analizzate da Confindustria. La Toscana infatti ha perso ben 12 posizioni negli ultimi quattro anni, e adesso si colloca al 172° posto su 236 regioni europee. Sta molto in alto per gli indicatori relativi alla Salute (7° posto), che infatti rappresenta il suo fiore all’occhiello in termini di performance, ma crolla addirittura al 233° (su 236!) per efficienza delle istituzioni.

Le “rivendicazioni” dei tre territori trovano sostegno anche nell’importante processo di sviluppo che hanno messo a segno complessivamente dai valori precrisi. Nel 2016 la Toscana del sud ha esportato complessivamente 8,24 miliardi di euro (25,4% dell’export regionale). Nel 2008 si attestava appena a 5,3 miliardi: la crescita in otto anni dunque è stata addirittura del 56%. Arezzo da sola (6,6 miliardi) contribuisce al 20,4% dell’export toscano. Siena mostra performance più di nicchia (1,3 miliardi, pari al 4% export regionale), ma fra i suoi settori trainanti c’è una punta avanzata dell’interscambio internazionale toscano, il farmaceutico. Grosseto, nell’intervallo di otto anni considerati, ha più che raddoppiato la quantità delle esportazioni passando da 150 a 323 milioni, con una quota, nel 2016, pari all’1% del totale regionale.

 

Foto: Paolo Campinoti.

 

 

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