Firenze – Per conoscere i primi risultati bisognerà attendere domani, quando in Sala Luca Giordano, a Palazzo Medici Riccardi, lo staff dei ricercatori tirerà le prime conclusioni. L’esperimento si è tenuto all’interno della Cappella affrescata da Benozzo Gozzoli (Palazzo Medici Riccardi), nel corso di tre tappe, nel 2014.
Un’indagine vera e propria, che ha voluto fare il punto su una delle “sindromi” più misteriose della storia dell’umanità: la cosiddetta Sindrome di Stendhal, protagonista dei resoconti di viaggio ottocenteschi e del secolo scorso, così riconosciuta da diventare il soggetto di un film omonimo. Fu chiamata così proprio in “onore” del primo che la mise nero su bianco, vale a dire Stendhal, l’immortale autore de Il Rosso e il Nero e de La Certosa di Parma (ma anche di un godibilissimo a tutt’oggi pamphlet “Dell’amore”), appassionato amante dell’Italia. Fu proprio uscendo da Santa Croce che Marie-Henri Beyle, passato all’immortalità con il nome di Stendhal, ebbe un malessere strano, la cui descrizione si riflette in tutto e per tutto con i sintomi della misteriosa “sindrome” a lui “intitolata”: “Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”.
E quali sono i sintomi che mostra chi è colpito da questa “crisi” (che, val la pena sottolinearlo, si è nella maggioranza dei casi verificata proprio a Firenze)? Secondo quanto rilevato dallo staff “investigativo”, “cambiamenti del battito cardiaco, delle frequenze respiratorie, della pressione arteriosa, rilassamento dei muscoli facciali e una visibile maggiore brillantezza negli occhi”, ecco le più visibili manifestazioni dell’attacco.
L’iniziativa della ricerca è partita da Perla Gianni di Studi Uniti in collaborazione con Andrea Bonacchi, psicologo clinico del Centro Studi e Ricerca Synthesis. E, dal momento che la vera e propria indagine ha utilizzato strumenti sofisticatissimi per “registrare” i vari passaggi legati alla permanenza di fronte agli affreschi di Benozzo Gozzoli, fondamentale è stato il contributo dei tecnici di Bionen-BluNet, che hanno curato i sistemi di rilevamento, e da alcuni rappresentanti di Tempo Reale, curatori dell’accompagnamento sonoro. La ricerca infatti si è basata sulla multi-sensorialità, dove la visione dell’arte è stata accompagnata da elementi audio-video e da una rilevazione fisiologica e celebrale in tempo reale.
Nell’appuntamento di domani, oltre a essere rese note le prime rilevazioni dell’esperimento nel corso del workshop ““Cavalcata nel tempo fino allo splendore dell’epifania interiore” verrà anche illustrato l’innovativo protocollo di ricerca utilizzato, vi saranno alcune testimonianze dei partecipanti e infine sarà proiettata una sintesi del filmato realizzato durante il workshop.