Firenze – Clima senz’altro teso, nell’area che circonda il Nuovo Conventino in via Giano della Bella, dove l’avveniristica struttura, (per i tempi; consideriamo che risale agli inizi degli anni 80) dopo aver ospitato artigiani e laboratori, aver visto un’occupazione, essere stata la sede di alcune associazioni nonché per qualche anno della redazione di Fuori Binario, il giornale degli homeless, sta scivolando sempre più verso un degrado da molti considerato inarrestabile. Eppure spazi, vivibilità, ampiezza, persino un giardino molto interessante, tutto insomma sembrerebbe cospirare per un riuso civile e intelligente di una struttura che offre angoli insoliti.
Da qualche tempo a questo parte, come informa una lettera giunta alla redazione di Stamp, alle solite magagne si è aggiunto qualcosa di nuovo: un incredibile murales, grandissimo e per certi versi straordinario, che tuttavia urta in modo feroce e per qualche verso comprensibile la sensibilità delle persone che ogni giorno, magari aprendo la finestra per guardare il sole che splende su Firenze, vi si trovano faccia a faccia. Sensibilità delicate? No, ne conveniamo: l’enorme formica dal fondo nero che tuttavia è descritta con perizia di vero artista nei particolari che la rendono quasi viva nel balzare dal muro, succhia sangue e taglia a pezzi una figura antropomorfa dalla rosea nudità stilizzata che giace sotto le sue zanne crudeli.
Incubo metropolitano, ferocia predatoria allo stato puro. Che tuttavia, là, stampata sulla parete di grigio cemento della squallida stamberga, potrebbe passare per la scena di un film di Quentin Tarantino, invece che per quello che gli abitanti lamentano: “Un messaggio di odio e violenza sull’uomo che a quanto pare, per il Comune, è del tutto normale”. Sì, perché il Comune, secondo quanto riportato dai cittadini, è il grande assente della vicenda. La richiesta di cancellare il graffito murale è stata fatta varie volte, ma, si premuniscono di comunicare i cittadini, per un motivo o per l’altro la richiesta è rimasta senza esito.
Ma se il “casus belli” è l’enorme formica antropofaga, è su tutta la struttura che i cittadini invocano una riflessione: su quei 2.853 metri quadrati di struttura in cui solo alcuni laboratori ormai intrattengono attività e forse qualche associazione. Dall’esterno, il degrado è percepibile nelle grondaie, rotte, nelle verniciature in disfacimento, nei rifiuti abbandonati, nelle parti cadute e lasciate lì a marcire; e, avvisano i cittadini, se non verrà fermato, sarà sempre più costoso per la comunità rintuzzarlo e rimettere in piedi l’immobile. E allora? Forse l’amministrazione vuole abbatterlo del tutto? Se così è, supplicano i cittadini, non fateci sorbire “quest’immagine schifosa” fino alla demolizione, magari fra chissà quanti anni.
Schifoso, l’insetto antropofago? Qualcuno se pur a bassa voce e con un certo, involontario e ammirato stupore, commenta: “…. sembra di vederla muovere, quella maledetta formica” ….