Incontro con i dipendentiLa rabbia della Masini: “Punita una Provincia che funziona”

La presidente snocciola i numeri e attacca la riforma

La presidente e la Giunta della Provincia di Reggio hanno incontrato questa mattina al Palazzetto del sport dipendenti e collaboratori di Palazzo Allende: un momento informativo, e di confronto, sulla situazione che si verrà a determinare dopo il Decreto del Consiglio dei ministri del 5 novembre scorso con cui si stabilisce, tra l’altro, la soppressione della Provincia di Reggio Emilia, la sua unificazione con quella di Modena, l’eliminazione delle Giunte e la riduzione degli ambiti di intervento della Provincia, con rilevanti conseguenze organizzative su tutto l’ente e verso i cittadini. Un riordino giorno dopo giorno sempre più criticato, sui cui contenuti tecnico-legislativi si è soffermata la dirigente del Servizio Affari generali, Angela Ficarelli, mentre il dirigente  del Servizio Sviluppo economico, Agricoltura e Promozione del territorio, Francesco Capuano, ha  illustrato i dati salienti della Provincia reggiana.

“Si sarebbe dovuta considerare di più la parte dell’Italia che ha funzionato e che funziona, che ha già fatto sacrifici e che ha risparmiato e tagliato – ha tra l’altro detto la presidente Sonia Masini davanti a oltre 350 dipendenti –  La Provincia di Reggio Emilia, che per quanto riguarda  le spese per il personale e le tasse pro-capite ha il rapporto più basso di tutta l’Emilia-Romagna e quindi tra i più bassi d’Italia, non deve essere punita. Non devono essere puniti i dipendenti che, insieme agli amministratori, stanno lavorando molto per realizzare servizi e assicurarne qualità ed eccellenza”.

“Noi svolgiamo tantissimi servizi, in molti campi, a partire dalle scuole alle strade, dall’ambiente alla pianificazione, dall’agricoltura a diversi settori dell’economia, dal mercato del lavoro alla formazione professionale, alla cultura e così via: bisogna che tutto questo venga considerato – ha concluso – Bisogna che non vi siano decisioni punitive, che siano salvaguardati i posti di lavoro perché noi abbiamo già tagliato molto. Ma soprattutto la Provincia deve essere messa in condizioni di essere propulsiva per il futuro: questa riforma non va bene proprio perché ci consegna Province disomogenee, servono invece grandi Province che, attraverso la programmazione, riescano a eliminare spese e doppioni che si registrano da un territorio all’altro”.

I numeri

La popolazione della provincia di Reggio Emilia è aumentata costantemente nell’ultimo quarto di secolo, passando dai 413.396 abitanti del 1981, ai 420.431 del 1991, ai 462.322 del 2001 e quindi ai 533.996 abitanti del 2011, con un incremento in dieci anni del 15,50%. Tra il 2004 ed il 2011 Reggio Emilia è la seconda provincia italiana per aumento della popolazione, pari al 12,4%  (seconda solo a Rimini, che ha inglobato nel 2010 sette comuni in precedenza marchigiani, Reggio Emilia precede tutte le principali aree metropolitane).

Di contro, i dipendenti (a tempo determinato e indeterminato) della Provincia di Reggio Emilia, dal 2004 al 2010 sono scesi da 448 a 403, un calo del 10% secondo – in regione – solo a Bologna (-13,6%: tra -8 e -9% invece Modena, Piacenza e Ferrari, stabili Parma e Ravenna, addirittura in aumento il personale di Rimini  e Forlì-Cesena). Il rapporto abitanti/dipendenti della Provincia di Reggio Emilia è risultato nel 2010 di oltre il 36% superiore alla media regionale: ben 1.316 abitanti ogni dipendente (di soli 962 residenti per dipendente la media emiliano-romagnola).

Anche le spese per il personale della Provincia di Reggio Emilia sono le più basse in regione in relazione alla popolazione: ad ogni reggiano, i dipendenti della Provincia “costano” 30,19 euro all’anno, il 25% in meno rispetto alla media regionale (dove si va dai 36,74 euro per abitante di Modena fino ai 49,46 euro di Ferrara).

Anche le imposte applicate dalla Provincia di Reggio Emilia sono le più basse in Emilia-Romagna: ogni reggiano paga infatti alla Provincia 81,5 euro all’anno contro una media regionale di 86,3 euro(Modena e Bologna sono in linea con noi, 81,9 euro pro-capite, va peggio agli abitanti di Piacenza, Forlì-Cesena e Rimini  che pagano circa 94 euro all’anno).

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