Firenze – Si è aperta, purtroppo, con la notizia di un incidente sul lavoro l’iniziativa della Regione, che ha preso il via stamattina e che riguardava la sicurezza e gli infortuni sul lavoro. Ieri infatti, a Cantagallo in provincia di Prato, un operaio è rimasto agganciato con il giubbotto a un tornio, che lo ha trascinato e schiacciato. A fare la macabra scoperta il figlio 31enne dell’uomo, che era andato a cercare il padre, visto il ritardo, nel luogo di lavoro, un’officina annessa a una ditta artigianale che produce materiali in plastica. Un incidente, l’ennesimo, che va ad aggiungersi a quella che molti chiamano la strage silenziosa.
Ma la Toscana almeno presenta un quadro che sembrerebbe in evoluzione, forse positiva. Intanto, secondo i dati esposti oggi, sono quasi 50.000 le denunce di infortunio sul lavoro presentate in Toscana nel 2017 con 77 casi di morte, e quasi 8.000 quelle legate alle malattie professionali (148 i decessi). Il trend degli infortuni sul lavoro sembra subire una lenta ma costante diminuzione del fenomeno (-1,21 rispetto al 2016, -2,82 rispetto al 2015), a fronte però di una sostanziale stabilità dei casi di infortuni gravi o mortali.
La presentazione del report annuale 2017 curato da Inail e l’illustrazione del Piano operativo 2019 per la sicurezza del lavoro è stata occasione per mettere all’interno di un quadro statistico gli infortuni che gravano ancora in questo settore.
Entrambi questi strumenti sono diretta conseguenza del protocollo sulla sicurezza del lavoro sottoscritto da Regione, Inail, Ispettorato del lavoro, Vigili del fuoco e parti sociali.
Precisando i dati statistici, è emerso che secondo le elaborazioni presentate da Inail, gli infortuni sul lavoro registrano dunque una costante contrazione: dai 54.942 denunciati nel 2013 ai 49.524 del 2017. Anche i dati sin qui disponibili sul 2018 sembrano confermare questo trend: da gennaio a settembre sono stati 36.004 gli infortuni denunciati, 1,91% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I casi di infortunio con esito mortale seguono un andamento più oscillante: i 77 casi del 2017 sono gli stessi dell’anno precedente e risultano in calo rispetto al 2015 (quando erano stati 123); nei primi 9 mesi del 2018 Inail ne ha registrati 61.
La quantità complessiva degli infortuni denunciati in Toscana corrisponde al 7,72% del totale nazionale (di 641.429 denunce), quelli mortali rappresentano il 6,76%. Le denunce di malattie professionali sono state 7.770, con un incremento del 3,74% nel triennio .
Va sottolineato che il crescente aumento delle denunce di malattie professionali negli anni può essere letto come un elemento positivo, da collegare tra l’altro alle azioni messe in campo dalla Regione e alle azioni mirate dei dipartimenti di prevenzione, finalizzate a tutelare i lavoratori, e a garantire loro la possibilità di ottenere i benefici previsti dalla legge.
Per quanto riguarda la sicurezza si luoghi di lavoro, strumento fondamentale si è rivelato l’accordo siglato nel giugno scorso, che prevedeva di coordinare e intensificare le azioni necessarie a assicurare le condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, coinvolgendo tutti i soggetti con competenze in materia. Fondamentale, in questo senso, era dotarsi di uno strumento informativo adeguato per consentire di individuare i punti di massima criticità e indirizzarvi gli interventi. Ecco dunque il Rapporto regionale 2017, corredato da una analisi statistica mirata ai settori ed ai casi più gravi, che oggi è stato presentato pubblicamente.
Il protocollo prevedeva poi il varo di uno strumento, il piano operativo, in grado di indirizzare le strategie di prevenzione e di vigilanza. Anche questo strumento, predisposto dalla Regione Toscana di concerto con tutti i sottoscrittori, è stato illustrato oggi individuando nei settori delle costruzioni, della logistica e dell’agricoltura quelli che, tra gli altri, alla luce dei dati, necessitano delle prime azioni più specifiche.
Il Piano operativo delle attività . E’ lo strumento che traduce concretamente una delle idee fondamentali del protocollo: la necessità di un raccordo interistituzionale per rafforzare politiche e azioni per la sicurezza nei luoghi di lavoro e ridurre sempre più il fenomeno infortunistico.
Il Piano, così come emerso oggi, integra le iniziative già assunte dalle parti nei tavoli istituzionali. L’impegno di tutti i sottoscrittori è quello di condividere risorse, conoscenze, esperienze per rendere più efficace il sistema del monitoraggio.
Non solo. Nel documento, che sarà sempre incentrato sui dati del Report infortuni Inail, troveranno spazio anche azioni di promozione verso le aziende virtuose che, già adempienti alla normativa, decidono di investire in salute e sicurezza cercando di innalzare il loro livello.
Vanno ricordati anche i bandi di finanziamento Inail alle imprese, in concorso con altri soggetti pubblici e privati coinvolti nella tutela della sicurezza dei lavoratori, con la previsione di iniziative di sostegno finanziario comune.
Sono inoltre previsti anche nuovi impegni in campagne di comunicazione e formazione, con un attenzione particolare rivolta agli studenti degli istituti superiori, per avvicinare il più precocemente possibile i giovani alla cultura della sicurezza sul lavoro, e delle università.
Tra le azioni congiunte previste, anche la redazione di buone prassi e di progetti finalizzati a a fornire alle aziende, in particolare medie e piccole, strumenti e metodi per ridurre i livelli di rischiosità e individuare elementi di innovazione tecnologica per la prevenzione.
Sugli infortuni sul lavoro prende la parola anche Giacomo Martelli, presidente di Acli Toscana, che commenta il rapporto Inail. “Setamtasette morti sul lavoro in Toscana significa che davanti ai nostri occhi muore una persona ogni 5 giorni, domeniche e festività incluse. E’ una strage che continua inesorabile e che sembra quasi figlia del destino. Invece ogni infortunio sul mondo del lavoro e tanto più ogni infortunio mortale ha dietro di sé cause ben precise e note a tutti: il mancato rispetto delle procedure previste dalla legge, la voglia di ridurre i costi di produzione, la necessità dettata dal bisogno di lavorare che fa accettare anche condizioni inaccettabili pur di portare uno stipendio a casa”.
Martelli mette anche l’accento su un altro profilo: “Pensiamo solo che quello studio basato, va ricordato, solo su denunce certificate (e quindi probabilmente sottostimato visto che chi è costretto a lavorare al nero senza contratto va a denunciare oppure no), calcola circa 50mila denunce di infortuni nel 2017. Si tratta di una città dalle medie dimensioni che ogni anno si fa male sul lavoro. Sono quasi 137 persone al giorno! Ogni giorno contando anche le domeniche, i Natali e le Pasque. E si tratta di un numero che rimane quasi invariato anche nei primi 9 mesi del 2018 dato che a settembre già dovevamo contare oltre 36mila infortuni. E’ evidente che siamo davanti a una emergenza senza che però ci sia da parte delle istituzioni e del mondo delle imprese un’adeguata consapevolezza del problema”.
Per quanto riguarda il Piano della Rgione, “è una buona notizia – commenta Martelli – e certamente servirà almeno a aumentare la consapevolezza fra i toscani dell’ampiezza del problema. Ed è buon segno che tutti i soggetti del mondo del lavoro l’abbiano firmato assumendosi così un impegno di fronte a tutta la Toscana per non far restare belle intenzioni gli obiettivi del Piano. Ma certo non basta”.
Infine, “L’impegno che in questi anni la Regione ha messo sul tema le fa certamente onore, il problema è che i risultati sono inferiori alle attese se è vero che gli infortuni in genere stanno calando ma a ritmi lentissimi mentre, purtroppo, quelli molto gravi e mortali non accennano a diminuire”, conclude il presidente delle Acli.