Firenze – Fondazione Open, le indagini si allargano. Sulla ex-cassaforte renziana, sostegno delle iniziativa politiche di Renzi, ora precipita anche l’accusa di finanziamento illecito ai partiti, oltre a quella di riciclaggio e traffico di influenze. Il reato di finanziamento illecito è contestato ad Alberto Bianchi, ex presidente della Open. Secondo quanto ritenuto dalla procura, Open avrebbe agito come articolazione di partito politico. Oltre ai documenti la guardia di finanza cerca anche carte di credito e bancomat messi a disposizione di parlamentari, oltre a rimborsi riconosciuti a deputati o senatori. “Entrate e uscite della Fondazione Open sono tracciabili, avvenute con bonifico o carte di credito. Tutto alla luce del sole”, replica Bianchi. Le perquisizioni hanno coinvolto anche uno dei consiglieri della fondazione, Marco Carrai, imprenditore e amico personale di Matteo Renzi.
Matteo Renzi ha reagito con due tweet, in cui, nel secondo, mette in evidenza un punto: partendo dal fatto che “i due giudici fiorentini dicono che Open era un partito”, chiede “Chi decide come si fonda un partito? La politica o la magistratura? Colpisce il silenzio di commentatori sul punto, decisivo per la democrazia di un paese. Tutti zitti?”.
Le perquisizioni sono state estese a varie città, fra cui, oltre a Firenze, Milano, Modena, Torino, Bari, Roma, Alessandria, Pistoia, Palermo e Napoli.