La Cassazione ha espresso dubbi sull'iter del sequestro da 1,2 miliardi di euro eseguito sui beni del presidente della Menarini, Alberto Aleotti, nell'ambito dell'indagine fiorentina sulla casa farmaceutica. La suprema Corte ha annullato il provvedimento con cui il tribunale del Riesame di Firenze aveva respinto il ricorso contro il sequestro, ma i sigilli restano. La Cassazione ha infatti poi rinviato la decisione al Riesame, che dovrà, quindi, esprimersi nuovamente sul ricorso contro il sequestro. In attesa delle motivazioni, i legali di Aleotti ipotizzano che il Riesame sarà chiamato quantomeno a ridimensionare notevolmente l'ammontare della cifra sequestrata. Fra gli indagati ci sono Alberto Aleotti ed i figli, Alberto Giovanni e Lucia. Fra le altre accuse anche quella di aver gonfiato i prezzi dei farmaci mediante società estere fittizie, usate nell'acquisto dei principi attivi. La decisione della terza sezione penale della corte di Cassazione, presieduta da Guido De Maio, è arrivata al termine della discussione del ricorso presentato dai difensori di Aleotti, gli avvocati Alessandro Traversi e Roberto Cordeiro Guerra, contro la decisione del Riesame fiorentino. I legali di Aleotti sostengono che l'ipotesi di truffa è ormai prescritta e che, comunque, i sigilli sono scattati sulla base di una norma del 2000 non retroattiva. Questo implicherebbe, secondo gli stessi legali, una riduzione dell’importo da sequestrare. In attesa della decisione del Riesame i beni sequestrati rimangono sotto tutela giudiziaria.
20 Luglio 2011
Inchiesta Menarini: la Cassazione passa la palla al Riesame
1 minuto di lettura
Total
0
Condivisioni