Sembra di essere tornati ai tempi di Tangentopoli. O meglio, sembra che da allora non sia cambiato proprio niente. Anche alcuni dei personaggi coinvolti nell’inchiesta Enav-Finemccanica sono gli stessi che occupavano le prime pagine dei giornali ai tempi di Mani Pulite. L’inchinesta condotta dal sostituto procuratore Paolo Ielo, intanto, sta salendo fino ai piani nobili della politica. E spunta il nome del reggiano Franco Bonferroni, membro del cda di Finmeccanica: a fare il suo nome l’ex consulente esterno Lorenzo Cola, che ai magistrati ha riferito di aver consegnato all’ex senatore Udc 300mila euro in contanti.
Secondo gli inquirenti il meccanismo funzionava in questo modo: l’Enav, l’ente di assistenza al volo, affida gli appalti a Selex, controllata di Finmeccanica, il cui amministratore delegato è Marina Grossi, moglie di Pier Francesco Guarguaglini presidente di Finmeccanica. Selex gira l’appalto ad altre società che a loro volta subappaltano (anche su segnalazione dei parlamentari), innescando una serie di passaggi in cui la società che riceve l’appalto fattura un prezzo più alto di quello reale. Si sarebbero creati in questo modo fondi neri che sarebbero serviti a pagare le tangenti.
Tagenti che servivano a ungere la macchina della politica e a garantire le nomine “giuste”. Questo almeno secondo i raconti di Lorenzo Cola, consulente Finmeccanica, e Tommaso Di Lernia, proprietario della Printsistem, una delle aziende coinvolte nel giro di appalti. Tutti i partiti partecipavano alla spartizione delle nomine, ma a fare la parte del leone erano Udc, An e Forza Italia. E spuntano i nomi del leader Udc Pier Ferdinando Casini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, l’ex titolare dei Trasporti Altero Matteoli, il parlamentare Marco Follini, quando era vicepresidente del Consiglio.
Il ruolo di Bonferroni
A fare il nome di Franco Bonferroni è l’ex consulente esterno di Finmeccanica, Lorenzo Cola. Cola riferisce di aver consegnato all’ex senatore Udc e tuttora membro del cda di Finmeccanica 300mila euro in contanti. La dichiarazione è riportata nel verbale dell’interrogatorio dello scorso 1 settembre allegato all’inchiesta sugli appalti Enav. Nel 2004, dice Cola, “ho assistito personalmente a un confronto nel quale Borgogni disse al Prudente che, da quel momento, l’unico che avrebbe dovuto occuparsi delle relazioni istituzionali, intese come erogazioni di somme di denaro, avrebbe dovuto essere lui. Fu un confronto duro che creò una spaccatura tra Prudente (Paolo, ex d.g. di Alenia Marconi Systems, la futura Selex Sistemi Integrati, ndr) e Borgogni.
Da quel momento le provviste necessarie ai pagamenti il Prudente le forniva al Borgogni. In tale contesto – dice ancora Cola – si colloca l’episodio da me riferito nei miei precedenti interrogatori, quando dissi di aver portato denaro a Borgogni per conto di Prudente e di aver visto nel suo ufficio persone che non conoscevo. In quella circostanza fu il Borgogni a presentarmi l’on. Bonferroni, tra l’altro membro del cda di Finmeccanica, a cui consegnammo personalmente circa 300mila euro”. Cola afferma anche di avere consegnato in una circostanza, tra il 2005 e il 2006, a Borgogni, per conto di Prudente, 300mila euro che il manager Finmeccanica avrebbe poi dovuto “consegnare alle entità istituzionali di suo riferimento”. “La consegna di somme di denaro a Bonferroni, aggiunge Cola, – è invece avenuta agli inizi del 2008, quando portai a Borgogni 300-350mila euro in contanti che mi furono consegnati da Marco Iannilli e che provenivano da sovrafatturazioni di società che lavoravano con Selex, delle quali Iannilli era il commercialista”. L’ex consulente esterno di Finmeccanica aggiunge che “per noi del gruppo Bonferroni era espressione dell’Udc. Credo ancora tesserato dell’Udc”.
La replica: “Tutto falso, lo querelo”
“Non ho mai ricevuto somme di denaro dal signor Cola nè da altri. Le dichiarazioni che, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, lo stesso Cola avrebbe rilasciato al Pm di Roma Dr. Ielo sono false, mi stupiscono grandemente e mi procurano molta amarezza. Ho dato incarico al mio legale, l’avvocato Romano Corsi del Foro di Reggio Emilia, di querelarlo immediatamente”.