Saranno inceneriti in Emilia i rifiuti di Roma

L’Emilia-Romagna accoglie la richiesta del Lazio: in arrivo 15mila tonnellate, verranno smaltite a Parma, Modena e Granarolo.

Arriveranno presto in Emilia, precisamente negli inceneritori di Parma, Modena e Granarolo (Bologna), circa 15mila tonnellate di rifiuti romani. La decisione, presa in accordo con i sindaci dei tre Comuni coinvolti, è stata annunciata dal presidente della Regione Stefano Bonaccini che ha così accolto la richiesta di aiuto arrivata dalla Regione Lazio – guidata dal Pd Nicola Zingaretti – e dal Comune di Roma a guida M5S. Ognuno dei tre Comuni che ospitano impianti di incenerimento prenderà circa 5mila tonnellate di rifiuti dalla capitale, e le smaltirà per non più di 43 giorni pieni.

Quantità – garantisce la Regione Emilia-Romagna – limitate e prestabilite, tassativamente non superabili e non reiterabili, inferiori rispetto ad analoghi interventi passati, e per un periodo limitato. Per solidarietà istituzionale e senso di responsabilità verso i cittadini e la collettività romana e per l’immagine del Paese a livello internazionale, visto che si parla della capitale del Paese.

Una decisione non facile – affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo. Abbiamo comunque scelto di raccogliere la richiesta per senso di responsabilità di fronte a difficoltà e ad una emergenza che non possono continuare a ricadere sui cittadini di Roma e per solidarietà istituzionale. Negli ultimi due anni abbiamo dato una mano, una sola volta all’anno, a chi aveva bisogno e non ci tiriamo indietro nemmeno stavolta. Sia chiaro, però, che è ora di dire basta, di cambiare e adottare ovunque misure strutturali che portino a una svolta, senza dover ricorrere all’intervento di altri territori virtuosi. In Emilia-Romagna siamo pienamente autosufficienti sullo smaltimento – proseguono Bonaccini e Gazzolo – e siamo tra le regioni più virtuose in Italia per la raccolta differenziata che quest’anno ha raggiunto il 62%. E con l’introduzione della tariffazione puntuale punteremo a superare il 70% nel 2020. Dunque, si può fare e bene: le amministrazioni locali ancora indietro, passino dalle parole ai fatti, per passare dall’emergenza all’autosufficienza.

Per quanto riguarda i costi di conferimento e le modalità di pagamento, saranno pattuiti direttamente tra i gestori degli impianti di partenza e di arrivo dei rifiuti, in linea con i costi emiliano-romagnoli, con una quota “verde” aggiuntiva che sarà versata ai Comuni di Parma da parte della società Iren Ambiente spa e di Modena e Granarolo (Bo) da parte della società Hera Ambiente spa, con il coinvolgimento diretto dei Comuni stessi.

La decisione, comunicata nell’ultimo giorno del 2017, ha sollevato non poche polemiche. A partire da Parma, dove il livello di raccolta differenziata si aggira intorno al 74% tanto che il termovalorizzatore di Ugozzolo brucia ogni anno 141mila tonnellate di rifiuti, ma soltanto 40mila arrivano da Parma. Il resto viene da territori esterni ai confini provinciali, soprattutto da Reggio Emilia. Ma in questo caso parliamo di rifiuti provenienti anche da fuori regione. In particolare dal Comune gestito da un’amministrazione, quella guidata da Virginia Raggi, il cui partito di appartenenza ha sempre avversato il decreto ‘Sblocca Italia’ del governo Renzi che permette di far viaggiare i rifiuti da una regione all’altra. Salvo utilizzarlo nel momento del bisogno – che in pratica dura da quando la Raggi si è insediata, nell’ambito di un tema a dir poco annoso per la capitale.

Non facile, del resto, la posizione dello stesso primo cittadino di Parma Federico Pizzarotti, che prima di diventare sindaco di Parma per la prima volta nel 2012 aveva promesso di non farlo nemmeno accendere, l’inceneritore. Impianto che, invece, funziona a più non posso grazie soprattutto all’apporto di rifiuti ‘esterni’ al territorio di Parma e provincia. Merito, paradosso dei paradossi, dell’alta quota di differenziata raggiunta in città. Non più di dieci giorni fa Pizzarotti, seguito in questo da Bonaccini, si era lamentato del comportamento della sindaca di Roma, dalla quale non era arrivata nemmeno una telefonata sull’emergenza rifiuti e sulla necessità di un aiuto da Parma. Secca la risposta dell’esponente pentastellata: smaltire i rifiuti è responsabilità delle Regioni. Il sindaco di Parma aveva quindi definito il tema adatto ad una discussione in consiglio comunale quasi a far intendere la necessità di un accordo con gli enti locali per prendere e smaltire rifiuti provenienti da lontano. Infine, l’annuncio di Bonaccini ha chiuso la questione. Per vedere se sarà davvero l’ultima volta non resta che aspettare e stare a guardare. Di sicuro, il problema dei rifiuti a Roma appare ben lontano dall’essere risolto.

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