Incendio Silo spa, Spc: “Informazioni carenti, c’è un vuoto politico”

Firenze – Nelle prime ore del mattino dell’11 agosto 2020, Firenze si svegliava sotto il cielo rosso e il fumo di un grosso incendio sviluppatosi alla Silo spa, un’azienda che produceva oli e acidi grassi per il settore industriale, zootecnico e farmaceutico, situata a San Bartolo a Cintoia a Firenze. L’incendio veniva domato nel giro di qualche ora, ma, avendo le fiamme interessato il magazzino dei prodotti finiti, contenente derivati di sostanze grasse, il rischio che da subito venne adombrato fu l ricaduta dei fumi densi e puzzolenti, sui prodotti dei vari orti che circondano il sito, nonché sulle acque, dal momento che una parte dele acque che servirono per spegnere l’incendio, cariche dei residui della combustione dei prodotti dell’azienda, finì nel cosiddetto fosso degli ortolani e da lì nella Greve. La Protezione civile della Città metropolitana, come spiegò l’Arapt in una nota, creò uno sbarramento con apposite barriere per intercettare le acque contaminate e successivamente con un autospurgo si provvide ad aspirarle. Publiacqua spa, allertata, comunicò che tale fatto non creava criticità per l’approvvigionamento e distribuzione dell’acqua potabile, anche relativamente all’impianto di potabilizzazione di Mantignano. Quindici giorni dopo, l’Ausl Toscana Centro, che aveva prontamente attivato un programma per confermare l’assenza di ricadute significative di sostanze pericolose, ritenne che non fossero giustificati particolari provvedimenti per quanto riguardava vendita e consumo degli ortaggi coltivati nelle vicinanze.

Insomma, un brutto, pericoloso episodio su cui ancora non è stata fatta pienamente luce, in particolare riguardo alle cause, che tutt’ora non sono ancora conosciute, come risponde l’amministrazione all’ultima delle numerose interrogazioni in merito avanzate dal gruppo Sinistra Progetto Comune di Palazzo Vecchio.

“Le cause dell’incendio alla SILO S.p.A. continuano a essere ignote per il Comune. Per gli uffici ovviamente è questione di competenze, ma ci stupisce che politicamente la Giunta non abbia nulla da rilevare – si legge nella nota diffusa dai consiglieri di Spc Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – si tratta di un episodio pericoloso avvenuto nella nostra città. Allo stesso modo ci farebbe piacere registrare una maggiore attività diretta di Palazzo Vecchio sulle verifiche per gli adempimenti previsti da ARPAT e dall’AUSL, senza limitarsi ad aspettare aggiornamenti e conferenze dei servizi”.

“All’ennesima interrogazione, per cui ringraziamo le direzioni e l’estensore delle articolate risposte ricevute, riguardante un tema importante per la salute della cittadinanza e la tutela del territorio, si conferma un vuoto politico – concludono Palagi e Bundu – anche perché il cronoprogramma concordato con la ditta è stato spostato per ritardi nel procedimento di bonifica, quindi è legittimo che la cittadinanza coltivi forti sentimenti di preoccupazione”.

 

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