Incendi, l’ex ministro all’Ambiente Valdo Spini: “Necessario un Comitato centrale antincendio”

Firenze – Gli incendi stanno coprendo l’Italia (e non solo) di un mantello di fuoco che causa danni gravissimi al nostro patrimonio ambientale e al Paese. Se il cambiamento climatico fnziona come la classica brnzian sul fuoco, un occhio particolare va tenuto sulle attività criminali che sottendono spesso all’azione dei piromani. E’ infatti ormai noto a tutti che gli incendi si sviluppano molto raramente per cause naturali. Un problema enorme, di cui dibattiamo con l’ex Ministro all’Ambiente Valdo Spini che della questione si occupò particolarmente, sia nel corso della sua nomina, sia in qualità di sottosegretario all’Interno con delega ai Vigili del Fuoco fra gli anni ’80-’90.

Professor Spini, in che modo le vicende odierne sono legate a quelle affrontate fra gli anni ’80-90 dal Paese? 

“Sono stato sottosegretario all’Interno con delega ai Vigili del Fuoco a cavallo tra gli anni ottanta e novanta e poi ministro dell’ambiente durante l’estate 1993. Anche in quegli anni ci trovavamo a fronteggiare gli incendi nei boschi anche se in misura non così grave. In teoria ai Vigili del Fuoco- un corpo magnifico- sarebbe spettata la competenza delle città, ma il ridotto numero delle Guardie Forestali (ora dopo la riforma Renzi, Carabinieri forestali) consigliava l’intervento dei Vigili del Fuoco. Peraltro l’utilizzo del Canadair e degli elicotteri, erano soprattutto di competenza della Protezione Civile e delle Regioni. Un pianeta con tre anelli in un certo senso, ragion per cui la mia proposta era di costituire un comitato centrale antiincendio che riunisse tutte queste competenze”.

Un pericolo, quello degli incendi boschivi, che si rivela appieno nei profili che riguardano la criminalità, spesso organizzata…..

“Consapevole del pericolo rappresentato dagli incendi nei boschi,, riuscii ad ottenere la mia partecipazione a riunioni apposite del Comitato Nazionale per l’Ordine e la sicurezza pubblica del Ministero dell’Interno, non esitando a chiedere, oltre quello della magistratura e delle forze dell’ordine, anche un ruolo dei servizi per l’individuazione dei criminali che agiscono come piromani. Una richiesta che rilancio anche oggi. Non sono infatti un tecnico ma negli anni trascorsi accanto ai Vigili del Fuoco ho imparato che l’autocombustione è veramente un fatto eccezionale. Un ex ministro dell’Interno come Francesco Cossiga, mi spiegò a suo tempo taluni sistemi che usano i piromani per appiccare il fuoco a scoppio ritardato in modo che quando si sviluppa essi possano avere l’alibi della presenza in altri luoghi”.

Anche il presidente Mattarella ha voluto dare un forte segnale col sopralluogo compiuto sorvolando i territori sardi devastati dal fuoco. L’attenzione al problema sembra essersi risvegliato. 

“Quello che sta avvenendo in questa torrida estate 2021 è gravissimo: foreste , boschi, parchi nazionali, regionali, riserve naturali, attaccate e distrutte. Attività agricole e di pastorizia compromesse con le gravissime conseguenze per chi è stato colpito, ma anche più generali in termini di abbandono del territorio. Apprezzo molto che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia ieri compiuto un sopralluogo sorvolando i territori dell’oristanese: in questo modo ha dato al nostro paese la sensazione del giusto rilievo che va dato questi terribili avvenimento. A quello che è successo non si può rimediare: è come il dentifricio uscito dal tubetto. Ma ricostruire e restaurare sì: impedire che l’attività criminale dispiegata consegua i suoi obiettivi economici pure. Difendere il nostro territorio in prevenzione soprattutto. E’ paradossale che negli stessi giorni in cui arriva la prima tranche del Recovery Plan, ci sia in Italia chi compia il delitto di devastare il nostro territorio. Curare e rispettare il territorio è tutt’uno con l’etica di una nazione come l’Italia. Non dimentichiamocene quando l’emergenza sarà stata superata”.

 

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