Ma possibile che anche nella vicenda della quasi o semi o chiamiamola come vogliamo scorta al massimo rappresentante elettivo del comune capoluogo, il sindaco Luca Vecchi, dopo una letteraccia dal carcere (non certo dai toni aulici come quelle di Silvio Pellico), ci siano volute settimane di tempo, diversi summit sindacali, riunioni di comitati, chili di polemiche ed esposti assieme ai soliti fiumi di inchiostro per chiarire i contorni della protezione al primo cittadino di Reggio ed ai suoi familiari?
La materia delicatissima (per i risvolti affettivi dei coinvolti, le conseguenze sull’ordine pubblico e nel contesto dialettico in cui emerge non parlandosi d’altro che di mafia da mesi a questa parte in città) non dovrebbe prestare il fianco (almeno questa, vivaddio) a nessuna strumentalizzazione. Di nessun tipo. Della serie Ucas (ufficio complicazioni affari “semplici”), non sarebbe stato meglio affidare da subito ad un comunicato del competente Comitato che periodicamente si riunisce in Prefettura-Questura, magari redatto in un italiano immediatamente intelligibile e in stile post-borbonico, le decisioni assunte dallo stesso sul sindaco od i suggerimenti caldamente dispensati al Corpo della Polizia Municipale sullo stesso argomento? Perché attendere le immancabili indiscrezioni, le informazioni a singhiozzo estrapolate grazie o a causa delle più o meno fervide relazioni tra media e forze di sicurezza, i sussurri (che si trasformano in grida) trapelanti da palazzi e caserme dove anche i muri sembrano avere le orecchie? E nella cui zona grigia di detto, non detto, fatto, non fatto, deciso, non deciso, si situa la fossa dei fraintendimenti perduti?
Ci sono istanze precise di pubblica sicurezza da rispettare? Comprensibilissimo ma le informazioni non vanno rilasciate, specie quando l’attenzione è massima e il rischio avvelenamento altrettanto, a singulto o a rate o a piacere. Speriamo serva di lezione a tutti (a partire da chi scrive) visto che la coda di questa storia sembra quella dell’elefante asiatico. Dicono sia l’animale che l’abbia più lunga tra i mammiferi terrestri.