In Russia inaugurato un nuovo monumento a Stalin. Intanto Putin bombarda università e teatri in Ucraina

In Russia, nella città di Velikie Lukie nell’oblast di Pskov, non lontano dalla Bielorussia, è stato inaugurato un nuovo monumento a Stalin, riabilitato da Putin come padre della patria e campione dell’Unione Sovietica. Alta 8 metri, basamento incluso, la statua ha ricevuto anche la benedizione di un pope ortodosso locale, benché l’80% dei vescovi ortodossi tra il 1917 e il 1941 sia stato sterminato dal Partito Comunista (l’altro 20% è finito nei gulag). Madrina d’eccezione l’attrice, molto popolare in Russia, Maria Shukshina, nota anche per le sue posizioni novax. L’attrice in passato ha dichiarato alla tv russa che i missili americani HIMARS sarebbero teleguidati sui soldati russi che hanno invaso l’Ucraina dal vaccino Sputnik. Curiosità: il nonno della Shukshina negli anni ’30 è stato fucilato dai Bolscevichi, ma l’attrice ha dichiarato di non odiare Stalin, perché a suo parere “ha salvato la Russia”.

Gli storici ancora oggi non sono d’accordo sul numero di vittime provocate dalle purghe ordinate dal dittatore sovietico: le stime variano da 500.000 a 6 milioni. La seconda cifra è sicuramente molto attendibile se nel numero si contano anche le vittime dell’Holodomor, la strage per fame in Ucraina provocata negli anni ’30 da Stalin per imporre la collettivizzazione forzata delle campagne e sterminare i kulaki, i contadini proprietari di qualche vacca e di un pezzetto di terra. Nel corso della cerimonia, Stalin è stato definito “grande umanista”.

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