Non c’era un’aria distesa giovedì mattina al Teatro Cavallerizza dove si è svoltol’incontro con il personale di Palazzo Allende, voluto dalla Giunta alla luce del disegno di legge costituzionale approvato dal Governo per l’abolizione delle Province. Sguardi preoccupati sui volti dei dipendenti alla ricerca di risposte su un futuro che non è mai apparso così incerto: il Governo ha infatti approvato un ddl che prevde l’abolizione degli Enti. Per la verità si tratta di una mezza abolizione in quanto le Provnce saranno sostituite da “aree vaste” o “città metropolitane” o “supercomuni” o “miniregioni”.
Nel frattempo, però, a Palazzo Allende si vive in uno stato di pre-allarme e la Masini si è sentita in dovere di tranquillizzare i dipendenti. Chi era alla ricerca di risposte e certezze, si è dovuto però accontentare di generiche rassicurazioni, a parte la garanzia che i posti di lavoro non sono in pericolo.
“Tra di voi c’è incertezza e paura, ce ne rendiamo conto – ha detto la presidente rivolta ai dipendenti – ma dovete stare sereni: ci sono contatti continui tra le istituzioni e tra queste e le forze politiche per evitare proprio soluzioni avventate e lavorare a una riforma seria e ben più ampia. Non sono in discussione i vostri posti di lavoro e quello costruito in questi decenni dalle Province è un patrimonio che ha un valore ed una storia che nessuno potrà cancellare. Dovete semmai essere preoccupati come italiani, più che come dipendenti provinciali, da un Paese che rischia il default e che può salvarsi solo se la politica saprà dare il meglio di sé, non come sta accadendo ora con una sequela infinita di provvedimenti e misure a casaccio”.
La Masini, dopo avere difeso strenuamente il lavoro dell’Ente da lei guidato, ha poi ricordato la propria posizione su una possibile riforma. “Personalmente non sono contraria a rivedere ruolo e dimensioni delle Province, credo ad esempio che con un territorio così simile al nostro come Modena sia possibile una forte sinergia, ma solo all’interno di una riforma generale dello Stato che preveda nuovi assetti dal Parlamento fino all’ultimo dei Comuni, passando per le Regioni, alcune delle quali più piccole di certe Province, che dovrebbero pensare a legiferare, lasciando ai Comuni la gestione ed alle Province il coordinamento e il controllo – ha detto – Parlare per slogan e con approssimazione non risolve i problemi e strillare “aboliamo le Province” non sistema il bilancio di uno Stato che ha troppi enti che sperperano le proprie risorse a livello generale: bisogna individuare nuovi ambiti ottimali senza dare la caccia a questo o a quell’ente e senza dimenticare che la stragrande maggioranza di dipendenti pubblici è fatta da persone serie e qualificate”.