In memoria di Rosanna Chiessi

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Rosanna Chiessi tra Emilio Villa e Corrado Costa

La scomparsa di Rosanna Chiessi priva la collettività reggiana di una persona di grandissimo spessore culturale, una figura di riferimento, per decenni, di numerose generazioni di persone che all’arte si sono accostate, finendo per appassionarsi e sperimentare diverse forme di creatività, grazie anche all’importante contributo e alle molteplici iniziative che seppe organizzare.

Impossibile distinguere in Rosanna Chiessi un percorso professionale da quello personale; da quando trentenne si avvicinò all’arte di Joseph Beuys che le dedicherà una delle sue performance, Come parlare d’arte ad una lepre morta, la sua passione principale fu per le arti performative nelle diverse forme.

Rosanna Chiessi ha lavorato con i più importanti esponenti di Fluxus e del Teatro di Hermann Nitsch; in tempi più recenti decise di risalire alle origini della performance fino in Giappone, fino a riscoprire il gruppo Gutai e uno dei suoi maestri, Shozo Shimamoto.

Rosanna Chiessi riusciva a cogliere nel quotidiano una straordinaria poesia, nei luoghi, nelle relazioni, nel cibo e nei colori; la leggerezza, l’ironia e il paradosso erano le sue carte vincenti. Questa empatia, la sua carica vitale e la capacità di entrare in relazione autenticamente e senza diaframmi con le persone hanno conquistato i protagonisti dell’avanguardia negli anni settanta e ottanta, e di ognuno di loro Rosanna Chiessi amava ricordare non le occasioni istituzionali, i riconoscimenti, il successo (o l’insuccesso) economico ma aneddoti spiccioli, spesso spiritosi, o momenti drammatici; sempre con intensa partecipazione. Italiani, americani, tedeschi; da ogni parte gli artisti raggiungevano la campagna reggiana – Cavriago – dove Rosanna Chiessi ospitava amicizie, dove in alcune occasioni e per alcuni giorni il paese intero diventava un luogo d’arte, anzi: una festa dell’arte.

In particolare i Musei Civici di Reggio Emilia hanno potuto esporre per un anno, e con grande successo di pubblico, il nucleo dell’Archivio Pari & Dispari ceduto al Museo qualche anno fa. Pari & Dispari. 50 anni di ricerca ha occupato con grande vivacità parte dell’ultimo piano dei musei in un allestimento non convenzionale, perfettamente in linea con gli oggetti esposti; e così si sono potute ammirare le innumerevoli edizioni che Pari Edizioni & Dispari ha realizzato a partire dal 1971, e le opere di Hermann Nitsch, Shozo Shimamoto, Yoko Ono, Arnulf Rainer, Corrado Costa, Emilio Villa, Philip Corner, Nam June Paik, Charlotte Moorman, Ben Patterson, Geoffrey Hendricks, Franco Vaccari e molti altri.

Ai familiari, agli amici, a quella grande comunità artistica che ha trovato in Rosanna un punto di riferimento a Reggio Emilia – e non solo – vanno il sentimento di cordoglio, l’affetto e la vicinanza mia personale e dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia.

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