Firenze – In Guerra: la Linea Gotica a Santa Brigida. Dedicato alle future generazioni, perché quanto accadde allora non si ripeta mai più. “Non bisogna mai dimenticare” (Luisa Puccioni).
“Era il terrore dei tedeschi” dice Vanni Puccioni a proposito di sua nonna Luisa Puccioni, figlia di un diplomatico del Regno d’Italia, “oddio non esageriamo, ma certo aveva il suo caratterino”.
Era un tipo autoritario che metteva in riga tutti, anche voi nipoti?
No, con noi era dolcissima. Quando io non volevo andare a scuola era mia complice, scaldava il termometro e diceva a mia mamma che avevo la febbre. Invece con i tedeschi, che occuparono casa sua durante la seconda guerra mondiale, fu bella dura, non li temeva. Non aveva più paura di niente e di nessuno perché era una donna disperata, che forse non aveva più nulla da perdere, fortemente decisa a difendere i suoi, la sua famiglia, come una tigre.
Chi è l’autore del libro In Guerra: la Linea Gotica a Santa Brigida: Luglio – Settembre 1944 ?
Lo ha scritto proprio lei, Nonna Isa, si tratta del suo diario di guerra a cui ho contribuito con la parte introduttiva, la contestualizzazione e la ricerca storica. A mio avviso questo suo diario, così com’é, sembra un’ottima sceneggiatura, perfetto per un film.
Di cosa parla il libro?
Nonna racconta come riuscì a fare il doppio gioco, avendo la Wermacht in casa e i partigiani nel bosco dietro casa, chiamato “La Selva”, base dei partigiani di Monte Giovi guidati da “Potente”. Nel diario narra come finì che un giovane SS le si arrese e come lei, in pratica, lo disarmò.
Mentre aveva la casa occupata dalla Wermacht riuscì a mantenere i contatti anche con i partigiani?
Certo, lei come tanti altri aiutava i partigiani e i prigionieri alleati fuggiti, che si nascondevano nel bosco al confine con il suo podere. Con loro aveva stabilito una serie di messaggi in codice: un certo modo di stendere i panni voleva dire che la strada era libera e che potevano entrare in casa a rifornirsi di cibo; un modo diverso di stenderli significava che non dovevano muoversi perché in casa o nelle vicinanze c’erano i tedeschi.
Ma spiegami meglio la storia del giovane soldato delle SS che si arrese alla Nonna, cosa avvenne?
Lui era un giovane polacco ritardatario che le disse di volere attendere gli inglesi. Allora lei gli ordinò di consegnarle le armi e, incredibilmente, lui lo fece.
Ma è una storia incredibile. Il giovane soldato le consegna le armi e lei cosa fa?
Lo ospita in casa e dopo pochi giorni, all’arrivo degli inglesi, lo consegna a loro. Lui alla fine le fece capire di essere ben contento di questo epilogo.
Quindi lo tenne prigioniero, facendo tutto da sola, come te lo spieghi?
Oddio prigioniero … a questo punto, metà prigioniero metà disertore.
Il soldato era a conoscenza del fatto che la casa era frequentata dai partigiani?
In verità lo avevano capito tutti, ma gli ufficiali prussiani facevano finta di nulla, poi c’erano le SS e i fascisti che erano tutta un’altra storia.
In questo diario c’è moltissima umanità, la guerra ha logorato tutti, ma fascisti e SS reagiscono con il fanatismo, mentre soldati e ufficiali prussiani oramai odiano la guerra e sono consapevoli della catastrofe: hanno lasciato a casa le loro famiglie, tra mille difficoltà, e sanno che presto le loro donne dovranno difendere le loro case. Inoltre ammirano nonna Isa che ha mostrato di sapere come farsi rispettare.
Capisco, l’ammirano perché difende le sue idee?
No, guarda, non si tratta di ideologia. L’ideologia non c’entra niente, si tratta di un piano prettamente umano. Si parla di sentimenti, paure e modi di agire comuni a tutti gli esseri umani. La nonna, in qualche modo, riuscì a ricordare loro che erano principalmente esseri umani.
Nonna Isa aggiunse nel suo diario “non bisogna mai dimenticare“.
Bene, capisco e intuisco come nonna Isa debba essere stata determinante anche nella tua vita.
Vanni Puccioni vive a Firenze e lavora in campo internazionale a progetti di cooperazione per l’ambiente e la protezione civile. La conversazione si svolge tramite Skype il 6 febbraio 2018, quando Vanni Puccioni si trova nelle Isole Comore, in missione per la Unione Europea.