In Francia una legge contro chi discrimina per il taglio dei capelli

A una hostess è stato proibito di presentarsi con le treccine afro

La Francia sta cercando di affinare le armi per combattere le discriminazioni che siano di genere o di colore. E il fronte continua ad allargarsi. Dopo aver preso di mira gli ostacoli che possono porre gli accenti alla vita professionale, ora è la volta delle capigliature. A presentare un progetto di legge per evitare che un capello crespo  o una calvizie possano far scattare odiose discriminazioni è ora il deputato Olivier Serva. Il politico francese era rimasto colpito dalla disavventura di uno steward cui Air France aveva vietato di presentarsi a bordo con treccine afro. Per anni lo steward aveva dovuto nasconderle sotto una parrucca finché dopo un lungo iter legale la Cassazione  aveva condannato la compagnia aerea che non avrebbe dovuto probirgli la sua coiffure afro.

Serva si era poi reso conto che in Francia i non bianchi, coscienti delle discriminazioni legate alle capigliature, si pettinano spesso in funzione della loro carriere professionale. Secondo una recente inchiesta negli Usa secondo cui due terzi delle donne afro americane cambiano di pettinatura in funzione del lavoro che cercano. Oltre alle conseguenze professionali, il deputato ritiene che vi siano anche altre importanti conseguenze negative, come quelle sulla salute provocate dai prodotti chimici utilizzati sia per tingere che per stirare i capelli. Una capigliatura  dunque può far danni su molti fronti, colpendo qui soprattutto i non bianchi.

Il testo di legge è ormai quasi pronto e quindi la Francia seguirà presto le orme degli Stati Uniti dove già esiste una legge simile.Il problema non è però avere una legislazione che  metta al bando le discriminazioni. Il problema è applicarla e reprimere penalmente.

 Nonostante tutte le misure legali prese per combattere ogni genere di discriminazione, la società non sembrerebbe sufficientemente nutrire il doveroso rispetto per chi è diverso. Secondo un recente sondaggio pubblicato dal Cran, il consiglio rappresentativo delle associazioni dei neri, il 91% delle persone di colore interrogate si sono dette vittime spesso o di quando in quando di discriminazioni legate al loro colore. Nella precedente inchiesta, che risale al 2OO7, erano il 51%.

Secondo il sociologo  Michel Wieviorka, l’aumento potrebbe anche essere legato al fatto che la gente è diventata più sensibile alle discriminazioni e più coraggiosa nel denunciarle. Comunque la via della tolleranza sembra ancora a molti troppo impervia e forse più delle leggi è la società che deve cambiare. E lo fa a fatica se si pensa che dopo tanti anni e in barba alla legge la parità tra i sessi  o generi che dir si voglia non è ancora diventata tanto che ancora si stenta ad arrivare alla parità salariale, con la donna che in media guadagna il  24% in meno dell’uomo (fonti Insee). Insomma ben vengano le leggi ma anche la loro applicazione.

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