La seconda stima del Pil nell'Eurozona (Ue-17) e nell'Europa a 27 paesi (Ue27) resa nota oggi da Eurostat, conferma i dati preliminari pubblicati il 15 febbraio: calo del -0,3% nel quarto trimestre 2011, anche nell'intera Ue a 27. E per l'Italia è confermato il calo del -0,7%. Il Pil italiano nel trimestre precedente (terzo trimestre dell'anno), era già in calo del -0,2%, mentre a livello europeo si registrava ancora una leggera crescita: +0,1% nell'Eurozona, e +0,3% nell'Ue27. Guardando ai dati annuali 2011, la crescita dell'Eurozona attestata all'1,4%, + 1,9% nel 2010, e la crescita dell'Ue all'1,5%, +2% nel 2010, rivelano un calo significativo rispetto all'anno precedente. Secondo il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn, l'area euro sta attraversando una "recessione moderata", nel quale sembra chiaro che i mercati europei non riescono a recuperare terreno.
E cosa sta accadendo e accadrà nel 2012? Le ultime (febbraio 2012) previsioni 2012 della Commissione Europea parlavano di una "lieve recessione" nell'area euro (-0,3%), già raggiunta dunque nel quarto trimestre 2011, mentre le stime 2012 pubblicate in autunno 2011 indicavano ancora un +0,5%. Per il nostro Paese la previsione negativa passa da +0,1% a -1,3%. Intanto a fine 2011, come detto, siamo già a -7%. Il prossimo giovedì la Bce pubblicherà le proprie proiezioni sul Pil dell'Eurozona, aggiornate per l'anno da poco iniziato.
Dovrebbe essere "confermata o marginalmente abbassata" la flessione attuale dello 0,3%, secondo Marco Valli, capo economista per l'Eurozona. Invece la Bce "probabilmente alzerà le stime del 2012 sull'inflazione dal 2% al 2,3-2,4% per riflettere le pressioni guidate dai prezzi energetici". Sia il Pil che l'inflazione del 2013 dovrebbero rimanere invariati (rispettivamente intorno l'1,3% e l'1,5%) così come i rischi al ribasso per la crescita, generalmente equilibrati. Sulle Borse, oltre che la mancata crescita, pesa l'incertezza su quanti investitori aderiranno alla ristrutturazione "volontaria" del debito greco, accettando lo scambio fra i vecchi titoli di Stato posseduti e quelli di nuova emissione.