In Europa rischio disoccupazione per 60 milioni di lavoratori

Parigi – La pandemia del coronavirus minaccia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria: le sue conseguenze sull’economia rischiano di provocare una forte impennata della povertà nel mondo e devastanti ripercussioni  sul fronte del lavoro. A lanciare un grido d’allarme sono in questi giorni diverse organizzazioni internazionali impegnate a sensibilizzare l’opionione pubblica al grande passo indietro che il pianeta, per colpa del Covid 19, nella lotta coontro la miseria.

Alla vigilia del Consiglio Europeo che dovrebbe trovare domani un accordo per arginare i danni sanitari, economici e sociali dell’epidemia che ha già provocato la morte nel mondo di 180.000 persone, un’agenzia dell’ONU, il Programma alimentare mondiale (PAM) ha voluto oggi attirare l’attenzione sulle conseguenze del virus sui pericoli di una carestia.

Secondo il PAM “il numero di persone a soffrire severamente dalla fame  potrebbero raddoppiare entro la fine del 2020, superando così i 250 milioni. Pochi giorni fa la Ong Oxfam che combatte la fame nel mondo aveva valutato a 500.000  le persone minacciate dalla povertà.  “ Su scala mondiale potrebbe tradursi di un passo indietro di dieci anni nella lotta contro la povertà in alcune regioni come l’Africa subsahariana, il Nord Africa o il Medio oriente” avevano indicato all’agenzia AFP fonti dell’organizzazione  preoccupate che per colpa della pandemia oltre la metà della popolazione mondiale era minacciata di ritrovarsi al di sotto della soglia di povertà.

Sempre l’Oxfam precisava che solo nell’Africa occidentale le persone minacciate dalla fame  avrebbe superato in poco tempo 50 milioni di persone.

Il rallentamento dell’economia mondiale avrà anche “un effetto devastante sui lavoratori e i datori di lavoro” : lo teme l’Organizzazione mondiale del lavoro che si attende a “perdite massicce” sull’insieme dei settori. “Il mondo del lavoro attraversa la peggior crisi dalla seconda guerra mondiale. L’impatto economico sarà grave durevole’’  ha indicato una sua dirigente, Alette Van Leur.

La società di consulting americana McKinsey  ritiene addirittura che in Europa il tasso di disoccupazione potrebbe raddoppiare nei prossimi mesi e valuta a 60 milioni i lavoratori che potrebbero essere penalizzati dal virus sia con riduzione salariale che licenziamenti.

In Francia intanto, dove ci si attende a un calo del PIL del 10%, il numero dei cassa integrati m+ha superato i 10 milioni e quello delle aziende che ne fanno ricorso 820.000, cioè 6 su 10.

Di fronte a queste tristi prospettive tocca ora ai dirigenti europei di dare una rapida risposta affinché le conseguenze del virus possano essere circscritte il più velocemente possibile e al FMI e alla Banca Mondiale di venire in soccorso nelle aree più povere per evitare che la minaccia di catastrofe umana a livello planetario si  concretizzi.

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