Imu, la battaglia contro la tassa applicata a fabbricati e terreni strumentali allo svolgimento delle attività agricole non conosce soste. Dopo la lettera già inviata al ministro Catania dal Presidente della Regione Enrico Rossi, un nuovo appello parte da un documento congiunto di Regione Toscana, Anci Toscana, Cia Toscana, Coldiretti Toscana e Confagricoltura Toscana. Nel documento, le associazioni e isituzioni agricole riassumono i motivi del no all’Imu su terreni e fabbricati rurali ad uso strumentale.
''Questi terreni e fabbricati – si spiega nel documento – sono a tutti gli effetti mezzi produttivi e dunque non considerabili in nessun modo come semplice accumulazione di ricchezza patrimoniale. L'applicazione dell'Imu agli immobili rurali strumentali rischia di colpire alle fondamenta l'intero settore agricolo toscano – si sottolinea – sia negli interessi diretti coinvolti, sia nel rilievo pubblico che l'agricoltura implica in quanto insostituibile presidio di tutela ambientale e del paesaggio.''
Inoltre, istituzioni e associazioni professionali agricole toscane contestano la disciplina contenuta nel ''Salva Italia'' sia nel metodo che nel merito. ''La norma – si spiega – attrae ad imponibile sia i beni immobili ad uso abitativo sia quelli ad uso strumentale e andrà ad incidere in modo eccessivamente gravoso su di un settore, come quello dell'agricoltura, che specialmente in Toscana è contraddistinto da capitali immobilizzati a bassa redditività''.
Le preoccupazioni espresse dai rappresentanti del mondo agricolo trovano un elemento indiretto di conferma anche nei dati che fotografano la paurosa discesa di domanda nei confronti del paniere alimentare che colpisce le famiglie italiane: le spese alimentari degli italiani si sono impoverite in quantità nel 2011 con meno carne bovina (-0,1 per cento), pasta (-0,2 per cento) carne di maiale e salumi (-0,8 per cento), ortofrutta (-1 per cento) e anche meno latte fresco (-2,2 per cento). E' quanto evidenzia la Coldiretti a fronte dei dati Istat sui conti pubblici che mostrano una flessione particolarmente marcata nella media dell'anno della spesa per i generi alimentari (-1,3 per cento).