L’Emilia-Romagna è ai vertici della classifica delle regioni italiane con il maggior numero di imprese guidate da cittadini di origine straniera.
In base ai dati camerali a fine 2014 si contano 476.033 imprese attive a conduzione straniera, pari al 9,2% del totale delle imprese. In sei regioni si osserva una incidenza superiore ai dieci punti percentuali: prima è la Toscana con il 13,0%, seguita dal Lazio con il 12,3%, dalla Liguria con il 12,2%, dal Friuli Venezia Giulia con l’11,0%, la Lombardia con il 10,9%, quinta l’Emilia-Romagna con il 10,5%.
In 34 province la quota di imprese a conduzione straniera risulta in doppia cifra: le incidenze più alte a Prato seguita da Firenze: quinta Reggio Emilia con il 14,1%.
In Emilia Romagna le imprese a conduzione straniera sono 43.325, pari al 10,9% del totale. Reggio Emilia ne conta 7.028, pari al 14,1%, Rimini 3.759, pari al 10,9%, Ravenna 3.859, pari al 10,7%, Bologna 9.130, pari al 10,6%, Parma 4.320, pari al 10,4%, Piacenza 2.831, pari al 10,4%, Modena 6.736, pari al 10,1%, Forlì-Cesena 3.159, pari all’8,2%, Ferrara 2.503, pari al 7,6%.
“La presenza di artigiani e piccoli imprenditori stranieri è una realtà che si va sempre più consolidando – spiega il parmigiano Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna – e che contribuisce alla fornitura di servizi alla collettività. Come e più delle imprese a conduzione italiana hanno bisogno di sostegno e credito, soprattutto per evitare che diventino subappaltatori con unica committenza”.
Nel 2014 in Italia gli occupati stranieri sono 2.275.700 pari al 10,4% del totale degli occupati, quota più elevata rispetto al 7,1% della media Ue a 28; per quota di occupati stranieri l’Italia è seconda, tra i maggiori paesi Ue, dietro alla Spagna (10,7%) mentre è davanti a Regno Unito (9,7%), Germania (8,9%) e Francia (5,2%).