Debbo tornare sul tema dell’immigrazione per interloquire con l’ultima presa di posizione di mons. Galantino in cui, tra l’altro, rileva una “totale assenza del governo” sull’argomento. Innanzitutto per ribadire il sacrosanto diritto/dovere della Chiesa di parlare di immigrazione, perché quando c’è di mezzo la condizione di persone deve, ripeto deve, sempre intervenire, piaccia o non piaccia alla politica.
Guai se perdessimo il termine di paragone che essa rappresenta! Mi sento di condividere anche l’osservazione che il nostro ordinamento è molto lacunoso, perchè mancano indicazioni precise sul l’accoglienza e l’integrazione.
Ma a mons. Galantino non può sfuggire il dato che nell’attuale parlamento non ci sono le condizioni numeriche per un simile intervento. E, in ogni caso, non può sfuggirgli il dato che il governo italiano è l’unico, ripeto l’unico, in Europa che resiste a considerare gli immigrati non merce o semplici esseri viventi, ma persone, a costo di pagare prezzi sul piano elettorale.
Perché ci sono principi che valgono più dei voti. Principi derogando i quali la civiltà non è più tale. Dunque non è il caso di darne a destra e a manca per dimostrare una presunta equidistanza.