Firenze – Un lungo applauso e molta commozione nella platea riunita in Sala Bianca stamattina in occasione dell’ultimo intervento di Cristina Acidini, in qualità di Soprintendente, che dopo aver presentato il calendario delle iniziative di Un anno ad arte per il 2015 e delle altre esposizioni dei Musei Statali fiorentini in programma per Expo 2015, ventotto manifestazioni in tutto, ha dato il suo saluto dopo aver ricoperto l’incarico per otto anni. Il primo ad essere ringraziato e che non era presente, di cui Cristina Acidini ha raccolto l’eredità alla guida della Soprintendenza, Antonio Paolucci, che ha sempre avuto fiducia in lei, sin dagli anni ’70, quando compilava le schede di catalogo dei cosiddetti oggetti d’arte, fino agli anni ’90 quando, dopo aver vinto il concorso pubblico, si è ritrovata nella posizione di vicario, fino al suo ritorno, dall’incarico come Ministro del Beni Culturali.
Nel suo discorso di congedo Cristina Acidini ha voluto ringraziare in particolare tutto il personale della Soprintendenza, quello del concessionario, tutti quelli che a vario titolo svolgono qualche attività e anche i cinque milioni di visitatori che ogni anno affollano le sale dei Musei Statali fiorentini. Tutto ciò che è stato fatto in questi anni è ben documentato dai Rapporti biennali di attività, dei documenti specifici che vengono redatti dal 2007 e che adesso, proprio in previsione della riforma dei Beni Culturali del Ministro Franceschini, assumono un valore di testimonianza e di memoria per un assetto che a breve sarà mutato. Tra i risultati del lavoro di questi anni l’avanzamento del progetto dei Nuovi Uffizi con l’apertura di oltre 50 sale, i grandi restauri con la partecipazione di importanti sponsor, le mostre in Italia e all’estero, le relazioni con istituti bancari, Ente Cassa, ma anche con la società civile e il mondo dell’associazionismo. Riconoscimenti internazionali, primo fra tutti l’inclusione delle Ville Medicee e dei giardini nel patrimonio dell’Unesco. Entroiti e visitatori in crescita e un bilancio solido.
“Questo, dicevo, il volto luminoso del mestiere che faccio, che facciamo. Potrei parlare ora del volto buio, ma non lo farò: lascio ognuno libero di popolarlo come meglio sa o crede, con le fatiche, i rischi, i conflitti, i contenziosi, con la pressione crescente dell’aggressività politica e mediatica degli ultimi anni. Anche per questo vedo nella riforma che si annuncia un effetto positivo. Accanto a quello, ovvio, di conferire maggior autonomia e visibilità ai musei individuati, c’è l’altro ,che forse percepisco meglio di chiunque altro, di suddividere questo smisurato carico di responsabilità tra posizioni apicali diverse, rendendolo per ognuna umanamente sostenibile. E auguro anche ai futuri nuovi responsabili d’essere affiancati da competenze professionali specifiche, adatte a questo momento storico, che ora sono carenti o mancano del tutto nella nostra amministrazione”. E’ questo l’augurio e le indicazioni che Cristina Acidini fa a chi seguirà dopo di lei, così come previsto dalla nuova riforma. Il 5 novembre del 1966, Cristina Acidini iniziava la sua piccola avventura di “angelo del fango” in una Firenze devastata dall’alluvione, domani, suo ultimo giorno di servizio, sarà all’Accademia dei Lincei per parlare della catastrofe di Firenze e della sua incredibile capacità di riscatto.