Il vecchio Teatro dell’Oriuolo diventa il Polo delle Arti Digitali e Visive

Una complessa operazione di riqualificazione ambientale, culturale e urbana

Firenze – Per decenni è stato usato per rappresentazioni della Filodrammatica degli impiegati del Comune e per manifestazioni culturali di varia natura. “Leggere per non dimenticare” la rassegna dei libri e degli autori ora alle Oblate è nata lì. Poi la chiusura, 32 anni fa, di quello che era il vecchio Teatro dell’Oriuolo a due passi dal Duomo soprattutto perché era una specie di “baracca foderata di amianto”, superflua e pericolosa per la salute dei cittadini.

Oggi è diventato un complesso completamente risanato, con un giardino e locali che si apprestano a ospitare creazioni di moda e design degli allievi dello IED l’Istituto europeo del Design che ha vinto il bando del Comune per la sua gestione.

Il nuovo Teatro dell’Oriuolo è stato inaugurato dal Sindaco Dario Nardella, dall’assessora ai Lavori pubblici Titta Meucci che ha coordinato la realizzazione del progetto, dall’assessora al Patrimonio non abitativo Federica Giuliani, insieme all’amministratore delegato di IED Francesco Gori e al direttore dell’Istituto di Firenze Danilo Venturi. La cosa più sorprendente, sottolineata con orgoglio dagli amministratori è il fatto che a pochi passi dal Duomo si è proceduto a una riqualificazione ambientale, urbanistica e culturale che non ha precedenti in una situazione nella quale una “supeficie legittima” ha un valore immobiliare tale che è difficile trovare chi vi rinuncia.

Lo ha potuto fare l’Ente pubblico che – come ha sottolineato l’assessora Meucci – ha triplicato l’area non edificata a vantaggio di verde e spazi aperti grazie alla demolizione di 2200 metri cubi, principalmente nell’area della ex platea, e può contare su alcuni locali, liberi da divisori, al piano terra di Palazzo Bastogi per un totale di 500 mq. I lavori sono costati cerca un milione di euro.

C’era il problema poi della gestione di spazi che nella linea dell’Amministrazione dovevano essere affidati a realtà di alta qualità e di alta affidabilità tali da rappresentare un ulteriore tappa della sua politica di recupero degli spazi per trasformarli in altrettanti luoghi di eccellenza della cultura e dell’alta formazione, come ha sottolineato Nardella.

Il bando per la gestione andava in questa direzione, L’ex teatro diventerà il Polo delle Arti Digitali e Visive, primo in Italia per formazione e integrazione con la Città. Un luogo, hanno spiegato Gori e Venturi, di scambio interdisciplinare e interculturale dove la teoria incontra la sperimentazione pratica, che prende forma nelle zone espositive, conservando la vocazione originaria del luogo pubblico. “Si rafforza così il nostro progetto di un campus diffuso: la sede storica sotto la cupola del Brunelleschi, i laboratori di fashion design a Palazzo Pucci, dove Emilio Pucci creava le sue collezioni, la collaborazione con la Biblioteca delle Oblate, dove abbiamo accesso a una vasta collezione di libri e un caffè panoramico“, ha detto il direttore dello IED.

Sarà uno spazio aperto ai cittadini, in una sorta di osmosi continua fra scuola e città, e non solo in occasione delle esposizioni delle opere e delle idee degli allievi, provenienti da tutto il mondo. Suddiviso in due grandi aree funzionali, formativa ed espositiva, oltre al giardino, il nuovo Polo prevede la creazione di laboratori digitali, project room e aree didattiche, insieme a due ampi spazi riservati a mostre, eventi e workshop.Il programma delle attività sarà legato allo svolgimento didattico dei corsi multimediali (Graphic Design, Illustrazione, Design per la Comunicazione, Content Creation and Publishing) e di quelli del sistema arte (Museum Education, Curatorial Practice e Arts Management) con laboratori, mostre d’arte contemporanea, workshop presieduti da artisti emergenti.

In foto da sinistra: Federica Giuliani, Francesco Gori, Dario Nardella, Titta Meucci

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