Mario Garretto
Chi era Gesù? Questa domanda se l’era fatta un Papa tanti anni fa mettendo anche in dubbio la sua esistenza. Nei libri storici ebraici ci sono scarse informazioni della sua esistenza. Poi del suo processo alla fine sembra che tutto quello che è arrivato fino a noi sia frutto di ricostruzioni fantasiose e assai poco attendibili ma.…ma… I tanto vituperati Vangeli Apocrifi qualcosa possono offrire sul versante della ricostruzione storica a patto che si faccia una severa selezione degli autori e delle notizie riportate. Ora, mettendo assieme una parte del materiale a disposizione si può affermare, per deduzione (probabilmente lacunosa), che Gesù, figlio di Maria e Giuseppe sia vissuto più o meno nell’epoca che conosciamo. Il tarlo del dubbio sull’esattezza delle date viene dall’errore nel cambio del calendario, da quello Giuliano a quello Gregoriano (papa Gregorio 13° – 1582) con uno scostamento di circa sei-dieci giorni e forse anche di sei-dieci anni. Gli storici del popolo ebraico non avevano nessun interesse a dare risalto alla vicenda di Gesù in quanto giudicato un malfattore eretico e sedizioso: “Israele, Israele, che uccidi i tuoi profeti…[..]”. Tesi sposata da un Pilato debole e incerto preoccupato delle turbolenze religiose in atto che portavano a moti inserruzionali popolari alimentati dagli Zeloti. Pilato non aveva nessun interesse a trascrivere un processo di cui doveva solo vergognarsi e che avrebbe potuto danneggiargli la carriera. Ma a noi oggi questo non importa. Quello che ritengo veramente importante non è il culto della personalità di Gesù, non sono i miracoli o la sua resurrezione, ma è quello che ci ha lasciato e che è scritto nei Vangeli l’importante. Beneinteso, questi testi prima dell’uso, vorrebbero passati al setaccio: Giovanni e Marco con quello della farina, Matteo e Luca con quello della ghiaia, compresi alcuni Vangeli Apocrifi come il Protovangelo di Giacomo il minore, Filippo, Tommaso, Nicodemo e altri. Il rimanente nel camino per scaldarci nelle fredde serate d’inverno (è un modo di dire, sono contrario a bruciare libri). I discorsi su Dio sono troppo importanti per dare credito a libri speculativi o interessati. Giovanni nel suo prologo ci da un lampante esempio di cosa ci sia di importante nelle testimonianze: l’interpretazione spirituale. Se si crede in Dio necessita ricordarsi che Dio è spirito e noi no! Che Dio non è al servizio delle religioni con i loro, spesso assurdi, precetti, riti o comandamenti. “Dio nessuno lo ha mai visto [.. ]”. Bravo Giovanni, peccato che nessuno, o quasi (vedi Francesco), ti abbia ascoltato. Di sicuro per molti religiosi sei una spina nel fianco.
Inizio del Ministero di Gesù
PROLOGO. (Gv. 1-1,18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio. E il Verbo era Dio. Egli era in principio con Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui. Senza di lui nulla di quello che esiste sarebbe stato fatto. In lui la vita, e la vita era la luce degli uomini; e la luce splendeva nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.
Un uomo fu mandato da Dio, e il suo nome era Giovanni. Egli venne per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Ma non era lui la luce, egli doveva dare testimonianza alla luce. La luce vera, quella che illumina ogni uomo, veniva nel mondo.
Era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non lo conobbe. Venne nella sua casa, ma i suoi non lo accolsero. A quelli che lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio, e anche a quelli che credono nel suo nome.
Essi, non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono nati. E il Verbo si fece carne e ha vissuto tra di noi. Noi abbiamo contemplato la sua gloria. Gloria come Unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli ha reso testimonianza ed ha annunciato: “Questi è colui del quale dicevo: Chi viene dopo di me sta davanti a me, perché era prima di me”.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia.
La Legge venne data per mezzo di Mosè, ma la “Grazia” e la “Verità” per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno mai l’à visto; il figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, Lui ce l’à rivelato.
Proemio.
(Lc. 1-1,4)
Sono molti quelli che hanno provato a riunire in un racconto tutte quelle cose accadute tra di noi, fedelmente così come ce le hanno trasmesse coloro che furono testimoni oculari e ministri della parola fin dal loro inizio.
E così ho fatto anch’io, solo dopo aver indagato accuratamente su ogni cosa fin dalla sua origine.
Poi ne ho fatto per te un resoconto scrivendolo con ordine, egregio Teofilo, affinché tu ne abbia esatta conoscenza.
Potrai così renderti conto della solidità degli insegnamenti che ti sono stati elargiti.
Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio.
(Mt. 1-1)
Commento: La parola Verbo è la traduzione, più o meno esatta, della parola “Logos”. Termine Greco che significa “discorso”, “legge”, “parola”, “intelligenza”, “pensiero”. Logos vuole dire il verbo della mente (verbum mentis), la parola del pensiero (in questo caso di Dio) che diventa voce (verbum vocis: Gesù Cristo). Giovanni afferma quindi che la vera parola di Dio è quella di Gesù Cristo. Tutto il Vangelo di Giovanni è proteso ad affermare che la parola di Cristo è parola di Dio. La filosofia spirituale dei Vangeli si può definire “filosofia dell’assoluto”, e l’assoluto è Dio. Platone disse: “Dio è la massima espressione di tutte le cose”. Gesù è la parola di Dio fatta carne per la salvezza spirituale dell’umanità. Nell’analisi di quello che ha detto e di quello che ha fatto Egli interpreta l’assoluto. Non ha lo scopo di fondare una nuova religione, già all’epoca ne esistevano fin troppe, e nessuna di queste definisce la vera essenza di Dio. Gesù ci chiede di attuare una rivoluzione, attraverso la rivelazione della “Verità”, all’interno del nostro cervello. Ci chiede di pensare, di ragionare, di avere fede, ma non di avere credenze superstiziose o di fidarci ciecamente di qualsiasi predicatore che sappia parlare bene, non dobbiamo farci abbagliare dagli ori e dagli incensi ne spaventare da diavoli e inferni. Gesù, il Cristo predica una legge divina fondata sull’Amore: La Legge d’Amore. Provate ad immaginarvi qualcosa di più perfetto di questo e se lo trovate, per favore avvisatemi. Provate ad immaginare un mondo dove regnasse l’amore, la fraternità, l’amicizia, la pace: “senza profitto alcuno”; non vi sembra che assomigli ad un Paradiso?
“La Legge venne data da Mosè…” Giovanni da subito fa notare le differenze fra il Vecchio Testamento e il Vangelo di Gesù. La Legge venne data da Mosè e non da Dio direttamente: una legge dell’obbedienza, dell’obbligo: “non uccidere; non rubare; non dire falsa…..” Gesù ci portò la “legge d’amore: Amatevi gli uni e gli altri…” chiamata di “grazia e verità”. Nessuna legge è superiore alla “legge d’amore”, perché non c’è nulla di superiore all’amore. Ma l’amore per essere amore vero deve avere due requisiti fondamentali: deve essere “senza profitto” e “non essere comandato”. Giovanni. Non penso che avesse l’intenzione di fare della speculazione polemica (Dio nessuno l’ha mai visto) ma volesse solo mettere le cose a posto. In sostanza dice che tutto il Vecchio Testamento è parola d’uomo. Il filosofo Eraclito disse: “in tutte le cose vi è il Logos, ma questo è conosciuto solo dal Logos della mente dell’uomo, purtroppo, in molti esso dorme”. Tutto ciò che esiste è creazione, dice Giovanni. Dio ha concepito nella sua mente (in principio era il Logos) il “Tutto” e questo è stato creato. Ogni cosa creata contiene il Logos divino, così come ogni cosa costruita dall’uomo è preceduta dall’idea di essa (Logos umano). Sia le cose create che quelle costruite sono realizzate per un fine, anche la nostra vita.