Il Vangelo apocrifo: i discepoli di Emmaus

Gesù, dopo la resurrezione, appare ai suoi segaci ma non lo riconoscono. I primi dubbi di fede

incontro tra gesù e i discepoli di Emmaus. Dipinto anticoMario Garretto

Nella mia ricerca, volta a scoprire la divinità di Gesù, avevo per principio escluso tutti i miracoli compresa la risurrezione. Una scelta coraggiosa? Leggendo questo passo dei Vangeli direi che è stata una scelta opportuna. L’incontro di Emmaus è tramandato da Luca, che non era presente ai fatti, con dovizia di particolari, mentre in Marco solo due righe scarne, per dire che dei discepoli hanno incontrato per la via Gesù, fine del racconto di Marco. Prima di aggiungere altre parole vorrei riportare due citazioni, una sulle religioni e una sull’intelligenza umana, da mettere come cappello al passo del Vangelo della settimana:

“Le religioni si differenziano, fra loro, secondo la società che le ha create. Per questo le religioni in definitiva sono delle invenzioni di uomini. I nutrimenti, l’ambiente, i desideri, le speranze, determinano in buona misura il modello di divinità in cui credere.”

“L’uomo, non è in grado di riconoscere l’intelligenza come tale se è di un livello o di un sub livello diverso. Egli concepisce come intelligenza solo ciò che si muove con comportamenti simili ai suoi. L’uomo riconosce l’intelligenza che si esprime con un’etica o una morale simile alla sua e non è in grado di comprenderne una diversa. Le decisioni di un’intelligenza diversa sono per lui spesso incomprensibili, non riconosce la logica dei suoi parametri in quanto è di là dalle sue capacità di elaborazione.”

Nel passo del Vangelo di Luca emerge con chiarezza quanto scritto sopra, ma non solo. Luca è convinto, e cerca di convincere anche noi, che il Gesù risuscitato sia quello di prima. Nel fare questo entra in contraddizione con quanto lui stesso scrive, ma non solo. Oggi direi che è in contraddizione con la logica e con la ragione. I discepoli non riconoscono Gesù, se fosse stato quello di prima, lo avrebbero riconosciuto. Gesù, è lui stesso che si fa riconoscere. Luca, ancora una volta, si sforza di far combaciare il Messia delle scritture con Gesù. Un atto di fede religiosa che non tiene in nessun conto che il Dio del Vecchio Testamento non è lo stesso Dio descritto da Gesù. Gesù ha tentato in tutti modi di far capire che Dio è un Dio universale, il Dio di tutti, e che noi siamo “tutti” suoi figli, anche se non siamo all’interno del sistema creato dalla religione. Gesù ha cercato di far capire ai discepoli, e a noi, che non servono infinite preghiere, servono i fatti. E poi le preghiere dell’uomo religioso sono richieste di grazie spesso egoistiche, e se Dio le esaudisse, diventerebbero ingiustizie divine, morale e materiale, a danno del prossimo, entrando in contraddizione con la Sua creazione e con se stesso. Diciamo come stanno le cose: Gesù non è stato capito allora dalla stragrande maggioranza dell’umanità e non è capito nemmeno oggi, sempre dalla stragrande maggioranza dell’umanità. Ognuno di noi faccia il suo esame di coscienza. A livello sensoriale s’intuisce che Cristo è diverso da noi, e che dice cose giuste. A livello intellettuale iniziano le difficoltà. La difficoltà maggiore è che inizia lo scontro fra la ragione e i desideri. Se la ragione riconosce cose giuste, va da se che si dovrebbero mettere in pratica, ma i desideri entrano in campo e ingaggiano battaglia. Sull’etica e sulla morale possiamo discutere fra noi quanto vogliamo se mai riuscire a trovare un punto di accordo, ma possiamo riconoscere assieme che non siamo ancora sufficientemente maturi per comprendere pienamente la Legge di Amore e metterla in pratica. E’ un percorso che ognuno di noi deve fare individualmente e affidarsi a un unico maestro: Cristo. Va bene parlarne, discutere, ricercare anche il pelo nell’uovo, ma sarà poi fondamentale la pratica: “Beato chi ascolta la mia parola e la mette in pratica”. Gesù non è il messia del Vecchio Testamento, non c’è quella continuità ostentata da Luca, e Gesù non è venuto per completarlo. Gesù è venuto per metterci sulla giusta strada. E la dimostrazione di quello che affermo è che il suo messaggio è valido anche oggi perché universale, divino. La religione cattolica è caduta nell’errore di tutte le religioni, la sua storia lo testimonia. Nella spiritualità, così si afferma, in sintesi, sul percorso dell’umanità credente che desidera diventare simile a Dio: “Dio non va adorato, va imitato.”

Apparizione ai discepoli di Emmaus. (Lc. 24-13,35; Mc 16-12,13)

Due discepoli si stavano recando in un villaggio di nome Emmaus distante circa sette miglia da Gerusalemme. Si trovavano per la via nello stesso giorno di quei fatti. Parlavano tra loro su tutte le cose che erano accadute con i visi segnati dalla tristezza. Mentre stavano assorti a parlare si affiancò a loro Gesù. Ma essi non potevano riconoscerlo dall’aspetto. Poi egli disse: “Che cosa andate dicendo tra di voi. Di quali fatti parlate cammin facendo?”. I due si fermarono per rispondere alla domanda dello sconosciuto. Uno dei due, quello di nome Cleopa, gli disse: “Devi essere straniero in Gerusalemme, e venire da molto lontano, per non sapere i fatti che vi sono accaduti in questi giorni?” Domandò ancora loro Gesù: “Quali fatti sono accaduti che vi rendono così tristi?”. Gli risposero i due discepoli: “Riguardano Gesù, il Nazareno. Un profeta che fu potente in opere e parole, davanti a Dio e davanti a tutto il popolo. I Gran Sacerdoti e i nostri capi l’hanno catturato e poi portato dal governatore, Pilato, per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocefisso. Noi avevamo la speranza che fosse lui il Messia, il liberatore d’Israele. Passati tre giorni da questi fatti, alcune donne, ci hanno raccontato qualcosa che ci ha sconvolto. Hanno detto di essersi recate al sepolcro di buon mattino ma non vi hanno trovato il suo corpo. Hanno raccontato anche di aver avuto una visione di Angeli, i quali dicevano che Gesù è vivo. Allora alcuni dei nostri si sono prontamente recati al sepolcro. Hanno visto che le cose erano come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno incontrato”. Allora egli disse loro: “Siete degli stolti dal cuore indurito per non credere a tutto quello che hanno lasciato detto nelle scritture i profeti! Non avete letto che era necessario che il Cristo sopportasse tutte queste cose per entrare nella sua gloria?”. Poi iniziò a spiegare loro tutto quello che le scritture dicevano di lui, iniziando da Mosè, e da tutti i profeti. Così, mentre discorrevano, arrivarono nelle vicinanze di Emmaus. Gesù accennò a proseguire come se dovesse andare in un altro posto. Ma essi gli chiesero con insistenza di fermarsi nella loro casa per la notte dicendogli: “Rimani con noi, sarai nostro ospite, anche perchè sta scendendo la sera e il sole è ormai al tramonto”. Ed egli entrò nella casa dei due discepoli. Durante la cena prese il pane, pronunciò la benedizione, lo spezzò e lo distribuì loro. Allora i due discepoli capirono. La loro mente si era aperta e lo riconobbero. Poi egli sparì dai loro sguardi. I due discepoli si guardavano increduli e con profonda commozione dissero tra di loro: “Non era forse il nostro cuore ricolmo di ardore lungo la via mentre ci parlava delle Scritture e ci spiegava il loro significato?” Partirono prontamente e ritornarono a Gerusalemme. Trovarono gli Undici riuniti in una casa assieme ad altri che erano soliti stare con loro. I due discepoli presero la parola e dissero a tutti: “Il Signore è veramente risorto, ci è apparso”. Poi essi raccontarono agli undici, e a tutti gli altri che erano lì riuniti, tutto ciò che Gesù aveva detto lungo il cammino verso Emmaus e poi come l’avevano riconosciuto allo spezzare del pane alla loro tavola. Gli apostoli non credettero neppure a essi.

Commento. Fare un commento a questo passo mi è difficile, perché povero, a mio giudizio, di riferimenti spirituali. Perché tutta questa mia difficoltà? Semplice. Potrebbe essere tutto inventato. E non lo dico perché Luca non c’era. Nel suo Vangelo Luca afferma che nel redigerlo ha svolto un’accurata ricerca dei fatti e questo lo dimostra pienamente in tutte le pagine del suo Vangelo. Non voglio nemmeno affermare che a inventarlo sia stato Luca. Questo è senz’altro un racconto emerso nella sua ricerca. Quando leggo un brano nei Vangeli riportato solo da un Apostolo, mi chiedo spesso il perché. Soprattutto un passo di cui tanti testimoni hanno ascoltato e discusso concitatamente: “[……ma gli Apostoli non credettero neppure a essi”.]

Il primo campanello di allarme mi suona alla lettura del fatto che Gesù spieghi loro le scritture. Poi mi suona un secondo campanello quando leggo che apre la loro mente alla comprensione delle scritture. Gesù cena con loro. Gesù mangia il loro pane. Gesù non è il Messia delle scritture, perché doveva aprire loro gli occhi sul contenuto delle scritture? Il Dio d’Amore di Gesù non è il dio degli eserciti, cattivo, smemorato, capriccioso delle scritture. Perché spiegare ai discepoli un siffatto dio se non ha nessuna affinità con lui? Gesù è assunto a nuova dimensione con la risurrezione, perché mangia e beve? I Vangeli sono da sempre un cantiere di opinioni aperte. Purtroppo c’è anche dell’altro. Anche la loro redazione è stata per secoli un cantiere aperto. All’origine ricordiamoci che Luca era discepolo di Paolo. Paolo e Pietro fondarono la Chiesa. Per ultimo, certamente non voglio essere io a mettere in discussione le opere di una divinità, ma permettetemi che mi faccia delle domande e delle mie opinioni. Non accetto a priori, di credere fideisticamente a un dogma imposto senza riscontri. Con le mie possibilità cerco l’origine degli eventi, le correlazioni, e mi faccio una mia opinione. Fino a che, come esseri umani senzienti, non riusciremo a superare l’io, il noi inteso come gruppo, difficilmente capiremo Cristo. Lui ci parla di “Tutti”, inteso come l’insieme degli esseri umani deputati a diventare “Perfetti come il Padre dei cieli”, ci parla del “Tutto”, inteso come creazione, nella quale siamo immersi, e nel cui interno, in ogni atomo, c’è la divinità. Siamo ancora troppo acerbi per il Regno dei Cieli e ogni anno che passa, rischia di essere un altro anno perso. Nosce te Ipsum recita la scritta sul tempio di Delfi. Conosci te stesso suggeriva Socrate oltre 2.500 anni fa. Eppure, maestri e sapienti disinteressati li abbiamo avuti, solo che non usavano la spada per aiutarci. Confucio asseriva che i buoni non hanno nemici. Brava gente i buoni.

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