Il Vangelo apocrifo: chi è il padre di Gesù?

I testi non convincono: dubbi sulla figura di San Giuseppe e sulla paternità del Figlio di Dio

Mario Garretto

Entra in scena Giuseppe. Non vi sono certezze che la ricostruzione della vita di Giuseppe presentata in tantissimi testi abbia una qualche veridicità storica. Personalmente affermo che è stata costruita ad hoc e non sono il solo. La differenza più vistosa che c’è fra questi testi è nel citare ostinatamente un Giuseppe molto avanti con gli anni. E qui si smaschera palesemente l’intenzione dei redattori: offrire una ulteriore prova che Gesù non è figlio di Giuseppe. Mah. Giuseppe. Non voglio esprimere giudizi su Giuseppe e sulla sua vita. Nella sua parte con Maria un esempio, nel suo privato un uomo che ha cercato di vivere fra difficoltà, e problemi di ogni genere facendo del suo meglio. Anche lui era un essere umano. Del suo privato, beh, devo dire che sono affari suoi qualunque essi siano e mi dispiace che nelle rappresentazioni dei media sia dia molto spazio al pettegolezzo. Ciò che la storia, nella sua maggioranza ci racconta, mi basta e avanza. Buona parte degli uomini, al suo posto, avrebbero fatto quello che ha fatto lui in ogni tempo. Questa affermazione mi porta a dire che così come ci è stata raccontata, negli Apocrifi che ho utilizzato, la sua storia è passabile, inoltre tutti noi, da sempre, speriamo nel lieto fine. Anche i film che Dio guarda (è un eufemismo) hanno tutti un lieto fine. Prima o poi. Nel bene c’è sempre la certezza del lieto fine. I Vangeli Apocrifi vanno presi con le molle. Che i Vangeli, compresi quelli canonici, siano una ricostruzione dei fatti, credo che tutti lo sappiano e io non mi stancherò mai di dirlo. Questo non incide più di tanto sul valore del contenuto. Ma alcuni Vangeli, purtroppo, contengono delle invenzioni. E’ sufficente leggere attentamente e fare un’analisi del testo e del suo contesto. Verosimiglianze di storia, aggiustata, costruita, condita di fantasia, poesia e pathos. Ma non si possono buttare perché abbiamo solo questo. Possiamo, da bravi ricercatori, ricavare una passabile storia, vicina il più possibile alla vita reale, per poi soffermarci la dove entra in ballo la spiritualità. Non mi ritengo ammalato di setticismo imperante e nemmeno di anticlericalismo militante, inoltre, il mio non è il pulpito più adatto per esprimere giudizi, ma permettetemi di avere le mie idee. Sono un convinto “amico” di Cristo. Il Cattolicesimo lo osservo, a volte come un bicchiere mezzo pieno e altre come un bicchiere mezzo vuoto. Personalmente sono un ammiratore di Giuseppe, come lo sono dei due Giovanni. Maria è fuori da questa mischia. Lei e là, un gradino più su, o forse un chilometro più su, oppure mille miglia più su. Non so, fate voi.

DIATESSARON
Il Romanzo del Cristianesimo

Sintesi del Protovangelo di Giacomo (il minore) – del Vangelo dello Pseudo Matteo – del libro sulla natività di Maria

2° parte

Infatti, esisteva già da tempo immemorabile la tradizione che una fanciulla, nel passaggio dall’adolescenza a donna, non potesse più dimorare nel Tempio del Signore e dissero:
“Oggi siamo riuniti per prendere una decisione riguardo alla fanciulla Maria. Che faremo ora di lei? Non può più rimanere nel Tempio del Signore perché non abbia a contaminarlo!”.
In molti ricordavano il rifiuto di Maria alla richiesta di matrimonio avanzata per il figlio dal sacerdote Abiathar e non avendo soluzioni alternative dissero al Sommo Sacerdote:
“Tu che sei prescelto per celebrare i riti all’altare del Signore, entra nel Santo dei Santi, e prega per lei. Chiedi al Signore di indicarti i suoi disegni riguardo alla fanciulla e ciò che Lui ti indicherà, riguardo al suo futuro, noi lo faremo. Amen”.
Alle parole del Consiglio dei Sacerdoti, degli Anziani e degli Scribi, il Sommo Sacerdote, Zaccaria, indossato il mantello dei dodici sonagli e gli altri paramenti per officiare quel solenne rito, entrò nel Santo dei Santi e pregò per Maria invocando la grazia di un segno del Signore.
E il Signore mandò un suo segno. Apparve a Zaccaria un Angelo e questi gli disse quale era la Sua volontà:
“Zaccaria, Zaccaria. Chiama a raccolta tutti i vedovi e i non sposati del popolo. Manda dei messi e dei banditori per tutte le terre delle tribù di Israele, affinchè tutti, fra due giorni, si radunino all’interno del Tempio del Signore. Ordina che portino il proprio bastone. Il Signore farà scendere su uno di loro la sua grazia con un segno miracoloso, e di costui, Maria, diventerà la sposa. Esegui Zaccaria, questa è la volontà del Signore”.

Uscì Zaccaria dal Santo dei Santi e annunciò a tutto il popolo la volontà del Signore.
Vennero inviati i banditori per tutta la regione della Giudea. Essi chiamarono a raccolta tutti i non sposati. La tromba del Signore risuonò nei villaggi, nelle città dei figli d’Israele, e tutti accorrevano.
E quando il popolo si fu radunato nella spianata davanti al Tempio, il sacerdote Abiathar si alzò dal suo scranno, salì i gradini più alti per poter essere meglio ascoltato dalla folla riunita.
Nella grande spianata si fece un gran silenzio in attesa delle parole del sacerdote:
“Figli di Israele, prestate attenzione alle parole che sto per pronunciare. Questo Tempio fu fatto edificare da Salomone. Da allora, secondo la tradizione, per più di cinquanta generazioni, sono state ospitate in esso, per essere istruite, le figlie di re, di profeti, di sommi sacerdoti, e tutte sono cresciute meritevoli di ammirazione per sapienza e santità. Poi, giunte alla giusta età, secondo la legge, esse hanno preso marito, così come fecero quelle che le avevano precedute. Nelle loro scelte e nella loro vita sono piaciute a Dio. Oggi siamo riuniti perché anche per Maria, che si è consacrata al Signore, è giunto il tempo di compiacere il Signore. Chiederemo a Lui, secondo il rituale che abbiamo ereditato dai padri dei nostri padri, un segno per eseguire la sua volontà. E’ conosciuto da tutti voi ciò che disse Isaia nel suo libro: “Dalla radice di Iesse nascerà una verga dalla quale spunterà  un ramo. Lo spirito del Signore, in veste di colomba si poserà su quella verga: Spirito di intelligenza e di sapienza, di saggezza e di forza, Spirito di scienza e di misericordia, che inonderà i cuori dei suoi figli del timor di Dio”. Con questa profezia da lui annunciata, ordinò che tutti i discendenti della famiglia di Davide non sposati, quando il Signore li chiamava, portassero i loro bastoni all’altare del Tempio, per poi sottomettersi alla Sua volontà che si sarebbe manifestata con un segno. Quindi, anche oggi riguardo a Maria, nel rispetto delle leggi del Signore e delle tradizioni, dalla Sua risposta potremo sapere a chi essa debba essere affidata e  andare in sposa”.

Anche Giuseppe il falegname, vedovo e con figli, rispose alla chiamata del Signore.
Depose gli attrezzi con i quali stava lavorando, uscì dal suo laboratorio per unirsi agli altri chiamati dal Tempio. Tutti assieme si recarono al cospetto del Sommo Sacerdote, portando, ognuno, il proprio bastone.
La tradizione voleva che doveva essere sorteggiata la tribù dalla quale doveva uscire il prescelto.
Fu tirato a sorte dai Sacerdoti. Fra le dodici tribù di Israele la scelta cadde su quella di Giuda. Allora il Sacerdote disse agli uomini della tribù:
“Domani, tutti quelli della tribù di Giuda che sono vedovi, o senza moglie, vengano al Tempio portando ognuno il proprio bastone, affinché si faccia la volontà del Signore”.
L’indomani, quando gli uomini prescelti furono riuniti nel Tempio, il sacerdote, prese i loro bastoni ed entrò nel Santuario.
Quando ebbe terminato la preghiera, raccolse di nuovo i bastoni, uscì fuori e li restituì ai legittimi proprietari: Ma non apparve su di essi alcun segno.
Rimase un ultimo bastone, quello di Giuseppe. Mentre il Sacerdote lo consegnava una colomba bianca andò a posarsi sul braccio di Giuseppe fra lo stupore dei presenti e di quello del Sommo Sacerdote.
Il Sacerdote, sorpreso da quel segno improvviso, che non si aspettava, ma tuttavia felice che il Signore avesse manifestato la sua volontà, disse a Giuseppe:
“Tu sei stato prescelto dal Signore, Dio nostro, per ricevere la vergine Maria in tua custodia.
Accoglila presso di te come futura sposa, poiché essa ti è stata destinata dalla volontà di Dio.
Nel giorno prescritto verrà unita a te in matrimonio, così come ciascuna delle altre vergini, prima di lei, furono date in sposa a dei celibi!”. Giuseppe incredulo di tanta sorte si schernì, dicendo:
“Uomini di Israele, io ho già figli e figlie, e sono prossimo alla vecchiaia, mentre essa è ancora una fanciulla! Non chiedetemi di diventare oggetto di derisione davanti ai figli di Israele e non fate che a lei capiti un così triste destino!”.

Ma i Sacerdoti non ascoltarono le sue ragioni e gli dissero:
“Prendila con te Giuseppe, come vuole il Signore, perché di tutta la tribù di Giuda tu solo sei stato scelto a questo compito.
Abbi timore del Signore Dio tuo e Dio nostro, e rammenta che cosa ha fatto Iddio a Datan, ad Abiron e a Core, quando sono scomparsi nelle voragini della terra a causa della loro ribellione nonostante fossero stati avvertiti. Temi dunque l’ira di Dio Giuseppe, ed esegui la volontà del Padre Celeste, che non debba accadere la stessa sorte nella tua casa, a te e alla tua famiglia”.
Allora Giuseppe, pieno di timore per le parole pronunciate dal sacerdote, prese Maria in custodia, la portò nella sua casa e le disse:
“Maria, io ti ho ricevuta dal Tempio del Signore e ti custodirò. Secondo la Sua volontà tu diventerai la mia sposa. Ma adesso ti devo lasciare. Devo terminare delle costruzioni, come ho convenuto, ma presto ritornerò da te. Il Signore Dio nostro veglierà su di te”.

I Sacerdoti del Tempio si trovarono un giorno con un problema da risolvere, tennero consiglio e così discutevano fra di loro:
“Il Tempio del Signore ha bisogno che sia tessuta una nuova tenda, ma solo delle mani immacolate la possono tessere”.
E il sommo sacerdote ordinò agli scribi del Tempio:
“Chiamiamo per eseguire questa opera delle fanciulle pure della tribù di Davide”.
I messi dei sacerdoti andarono a cercare, e fra il popolo scelsero alcune fanciulle.
Il Sommo Sacerdote si ricordò anche della giovinetta Maria, che era anch’essa della tribù di Davide ed era senza macchia agli occhi di Dio e a quelli del popolo di Israele.
Andarono i messi e chiamarono anche lei. Entrate tutte nel Tempio del Signore, il Sommo Sacerdote parlò del compito che veniva assegnato loro:
“Tirate a sorte chi fra voi filerà l’oro e l’amianto, chi filerà il bisso e la seta, chi il giacinto, chi lo scarlatto e a colei che toccherà la porpora”.
Per Maria la sorte scelse che dovesse filare la vera porpora e lo scarlatto. Ella prese quei tessuti preziosi e tornò a casa sua per realizzare ciò che le era stato chiesto.

4) Annuncio della nascita di Giovanni Battista.
(Lc. 1-5,25)

Quelli erano i tempi in cui Erode il Grande era re della Giudea e la governava con il consenso di Roma, ed erano anche i tempi di un Sacerdote di nome Zaccaria della classe di Abia.
Egli aveva preso in moglie una donna della discendenza di Aronne, chiamata Elisabetta. Tutti e due erano coscienziosi osservanti dei comandamenti e dei precetti del Signore, ed erano giusti agli occhi di Dio secondo carità e giustizia.
Ma nonostante la loro devozione non avevano figli. Elisabetta era considerata da tutti sterile e la loro età avanzava tanto che la vecchiaia era prossima a loro.
Zaccaria, quel giorno, era intento alle funzioni sacerdotali nel Tempio davanti a Dio, nel turno della sua classe. Egli venne scelto, dalla sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel santuario, il Santo dei Santi, ad offrire l’incenso sull’altare del Signore. Tutto il popolo stava fuori in preghiera nell’ora dell’offerta dell’incenso, sperando in un segno del Signore.
All’interno del santuario, apparve a Zaccaria un Angelo del Signore. Egli indossava candide vesti e stava, maestoso, alla destra dell’altare dell’incenso. Nel vederlo Zaccaria fu sconvolto e fu preso da timore, ma l’Angelo lo chiamò e gli disse:
“Non aver paura di me Zaccaria. Io sono un messaggero del Signore e sono venuto a dirti che la tua preghiera è stata accolta.
Tua moglie Elisabetta rimarrà incinta e darà alla luce un figlio che tu chiamerai Giovanni. Sarà per voi motivo di gioia e di esultanza. Inoltre sappi che saranno in molti, sia in cielo che in terra, a rallegrarsi per la sua nascita.
Egli sarà grande agli occhi del Signore. Non berrà vino e bevande inebrianti. Della sua vita parleranno tutte le generazioni future. Fin dal seno di sua madre sarà riempito di Spirito Santo. Lo Spirito di Verità e Giustizia con il quale il Signore illumina il cuore e la mente dei chiamati.
Ricondurrà molti figli d’Israele al Signore, loro Dio. Egli andrà d’innanzi a Lui con lo spirito e la forza di Elia. Lo precederà per riportare i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla sapienza dei giusti, e per preparare al Signore un popolo ben disposto”.

Zaccaria, stupito e incredulo, disse all’Angelo:
“Signore, in che modo potrò avere parte in questo? Io ormai sono vecchio e mia moglie è avanti con gli anni. Come potrà lei concepire un figlio?”. Gli rispose l’angelo:
“Zaccaria, Zaccaria. Io sono Gabriele e sto davanti a Dio. Sono stato mandato ad annunciarti questa gioiosa notizia per te e la tua sposa Elisabetta, ma tu dubiti della parola del Signore! Ecco, da questo istante diventerai muto, e non potrai più parlare fino al giorno in cui queste cose si avvereranno. Zaccaria, tu non hai creduto a ciò che ti ho detto; ma a suo tempo tutto si realizzerà”.

Il popolo riunito per la preghiera nel Tempio, fuori dal santuario, attendeva impaziente l’uscita di Zaccaria, e si meravigliava che egli indugiasse tanto all’interno.
Questo fatto inconsueto creava un’aspettativa ansiosa nei cuori dei fedeli. Quando Zaccaria uscì dal Santo dei Santi non poteva parlare con loro. Compresero dalla sua espressione che dentro al santuario egli aveva avuto una visione.
Faceva dei cenni con le mani, ma non riusciva parlare. Fu proprio da quel giorno che Zaccaria divenne muto e lo restò per tutto il tempo che aveva detto Gabriele, l’Angelo del Signore.
Nelle funzioni del Tempio lo sostituì Samuele, sino al giorni in cui Zaccaria parlò di nuovo. Terminato il periodo del suo servizio, ritornò a casa. Non riusciva a parlare nemmeno con sua moglie.
In quei giorni Maria filava la vera porpora e lo scarlatto. Dedicava tutte le ore del giorno a quel lavoro. Voleva esaudire la richiesta che le avevano fatto i sacerdoti del Tempio.
Passato il giusto tempo della gravidanza, Elisabetta, concepì un figlio, ma si tenne nascosta davanti al popolo di Israele per cinque mesi dicendo:
“Ecco, questo è quello che il Signore ha fatto in questi giorni per me. Egli ha volto il suo sguardo su di me e ha benedetto il mio ventre, per togliere la mia vergogna e quella di mio marito davanti gli uomini. Benedetto sia il Signore. Amen”.

5) Annuncio della nascita di Gesù.
(Lc. 1-26,38; Mt. 1-18,25; Protovangelo di Giacomo il minore- Vangelo dello Pseudo Matteo- Vangelo dell’infanzia Armeno)

Quando giunse il sesto mese della gravidanza di Elisabetta, Dio, mandò l’Arcangelo Gabriele presso una città della Galilea chiamata Nazareth, dove abitava Maria, la vergine promessa sposa a Giuseppe, della casa di Davide.
Maria, quel giorno, era uscita di casa con una brocca circa all’ora sesta. Mentre andava ad attingere acqua al pozzo sentì una voce venire dal cielo che la chiamava:
“Salute a te o piena di grazia! Luce agli occhi del Signore. Il Signore è con te, benedetta fra tutte le donne”.
Nel sentire quella voce, Maria si guardò attorno, ma non vide da dove venisse. Si turbò nell’animo. Percorsa da un fremito di paura ritornò immediatamente in casa. Appoggiò la brocca e riprese a filare i tessuti per la tenda del Tempio seduta sul suo sgabello.
Nella quiete della sua casa l’angelo del Signore, Gabriele, si manifestò davanti a lei e le disse:
“Salute a te, o piena di grazia, il Signore è con te. Non aver paura di me Maria, io sono Gabriele, messaggero del Signore che è nell’alto dei Cieli”.
Maria si turbò profondamente nell’animo. Lei sapeva in cuor suo che era giunto il tempo che si compisse la volontà di Dio.
“Salute a te Gabriele, a che debbo la tua visita. E’ forse giunto il tempo della chiamata del Signore?”.

“Si, Maria, questi sono i giorni in cui si compiono i disegni del Signore. Tu concepirai un figlio per opera della sua volontà!”.
Nel sentire queste parole Maria rimase molto turbata. L’angelo Gabriele le disse ancora:
“Non temere Maria di esaudire la volontà del Padre dei Cieli. Tu concepirai nel grembo e darai alla luce un figlio. Lo chiamerai Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo.
Il Signore Dio gli darà il trono di Davide, e regnerà sulla casa di Giacobbe in Eterno. E il suo regno non avrà mai fine”.
Udendo le parole di Gabriele, ella rimase perplessa dentro di se e domandò di nuovo:
“Avrò un figlio per opera del Signore? Partorirò come partorisce ogni donna?”.

Rispose Gabriele, l’inviato del Signore. “Non cosi Maria. Verrai avvolta dalla potenza del Signore, e l’essere che nascerà da te sarà chiamato figlio dell’Altissimo. Egli viene per riportare gli uomini sulla strada della salvezza dai peccati”.

Per Maria le parole dell’angelo Gabriele erano difficili da comprendere e quindi chiese ancora: “Come avverrà che io rimanga incinta? Non conosco uomo!”
L’angelo le rispose:
“Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti avvolgerà con la sua ombra. Sarai circondata dalla potenza del Signore. Il figlio che nascerà da te, anch’esso sacro, sarà chiamato Santo, Figlio di Dio, l’Altissimo, e tutto il mondo conoscerà questo. Elisabetta, tua parente, ha concepito un figlio nella sua vecchiaia. Lei, che era ritenuta sterile, è al sesto mese della sua gravidanza. Nessuna cosa è impossibile a Dio”.

Maria era sempre più turbata e si rendeva conto di cosa l’aspettasse. Allora disse queste parole:
“Io sono la serva del Signore e mi inchino alla sua volontà; si faccia di me come hai detto tu, anche se a me sembra cosa straordinaria. I prodigi di cui tu parli sono meravigliosi a raccontarsi ma inverosimili nella vita”.

Gabriele le rispose:
“Perché ti turbi così tanto? E perché trema il tuo animo? Ricordati di Mosè, di Abramo, di Giacobbe, e di tanti profeti ai quali Dio ha manifestato la sua volontà”.
Queste parole suonarono alle orecchie di Maria come un biasimo alla sua incredulità, chinò il capo e disse:
“Che avvenga dunque secondo la tua parola e secondo la volontà dell’Altissimo”.
L’angelo Gabriele, così come le era apparso, svanì, e lei, Maria, finì di lavorare la porpora e lo scarlatto. Animata da una forza nuova, li portò al Tempio.
Venne accolta dal Sommo Sacerdote Zaccaria. Questi vedendo la bellezza del suo lavoro e la radiosità del suo sorriso, la benedisse, poi in estasi le disse queste parole profetiche:
“Maria, il Signore Iddio ha glorificato il tuo nome davanti a se stesso e tu sarai benedetta da tutte le generazioni della terra. Da te verrà la salvezza di tutto il mondo. Il Signore glorificherà il tuo santo nome come Madre dell’umanità”.

Era il giorno quindici di Nisàn, il sesto giorno del mese di Aprile. Mercoledì alla terza ora iniziò la gravidanza di Maria. Ed ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo.
Essendo sua madre Maria, fidanzata a Giuseppe, prima di iniziare la convivenza del matrimonio si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo.
Giuseppe, suo promesso sposo, era un uomo giusto e non voleva denunciarla per non umiliarla davanti al popolo, pensò quindi di licenziarla in segreto e rinunciare al matrimonio.
Mentre pensava a queste cose e non aveva ancora deciso cosa doveva fare, gli apparve in sogno un Angelo del Signore che gli disse: “Giuseppe, Giuseppe, figlio di Davide. Non aver timore di prendere Maria in sposa, perché quel che nascerà da lei è opera dello Spirito Santo. Darà alla luce un figlio e gli porrai nome Gesù. Egli infatti salverà gli uomini dai loro peccati. Questa è la volontà dell’Altissimo!”.

Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
“La vergine concepirà e partorirà un figlio e gli si darà il nome di Emmanuele: Dio con noi”.

Destatosi, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé nella sua casa Maria come sposa; e non la conobbe finche diede alla luce il figlio; al quale pose nome Gesù.

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