Firenze – Oltre 20 mila imprese per un totale di circa 100 mila addetti e un fatturato totale di 21 milioni di euro l’anno. Solo il 6% supera i 15 dipendenti, il resto è una galassia di piccole e piccolissime realtà. Una rete che sostiene un’economia vivace, che si è stabilizzata con gli anni.
E’ la fotografia dell’artigianato artistico toscano. Oltre i numeri ci sono le storie di professionisti, ma soprattutto le sfide che il settore deve affrontare per essere competitivo e forte.
Se ne è parlato oggi con lo storico dell’arte Philippe Daverio nel convegno promosso dalla Regione Toscana e organizzato da Artex-Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana in collaborazione con Cna Toscana e Confartigianato Imprese Toscana al Museo del Tessuto di Prato.
E’ stata l’occasione per fare il punto a dieci anni alla sottoscrizione della Carta Internazionale dell’artigianato artistico, nata da un lungo percorso di condivisione e confronto, che si è affermata come una base condivisa per la costruzione di strategie per lo sviluppo, la valorizzazione, la tutela e la promozione dell’artigianato artistico a livello nazionale e internazionale.
Negli anni la rete di soggetti coinvolti si è allargata e rafforzata: ad oggi la Carta è sottoscritta da 9 paesi, 14 regioni italiane, 3 regioni francesi , e 15 associazioni nazionali e internazionali. Tra gli obiettivi del documento: una maggiore comunicazione e promozione; progetti specifici e personalizzati di internazionalizzazione e commercializzazione; percorsi di innovazione ad hoc; rapporti costanti e creativi con il mondo dell’istruzione e della formazione; rapporti sinergici con le altre risorse del territorio, come turismo e sistema culturale.
“L’artigianato artistico racchiude l’essenza della storia di un territorio – dichiara Giovanni Lamioni, presidente di Artex – ha un enorme valore sociale e culturale, ma allo stesso tempo è una importante risorsa economica e occupazionale. Negli anni Artex è sempre stata in prima linea per valorizzare tutti questi aspetti, promuovendo sempre la collaborazione tra diversi soggetti, pubblici e privati. C’è ora una storia tutta da scrivere, che deve necessariamente tener conto delle nuove tecnologie, delle evoluzioni della doma nda sempre più repentine e dei mercati emergenti. La tradizione deve vestirsi di nuovo, ma per essere vincenti dobbiamo promuovere la nostra unicità e difenderci dall’omologazione”
Oggi sono circa 200 i Maestri Artigiani e oltre 20 le Botteghe Scuola presenti in regione. Il raggiungimento di queste qualifiche è legato a dei requisiti fondamentali che servono a garantire l’assoluta qualità dei prodotti e della formazione.
Il Maestro Artigiano deve infatti avere un’esperienza decennale, certificata e riconosciuta attraverso il conseguimento di premi, diplomi o attestati. Ma non solo, deve essere anche in grado di insegnare il mestiere. I Maestri possono poi scegliere di accreditare i propri laboratori come ‘Botteghe Scuola’, ovvero luoghi di formazione con dimensioni, arredi e criteri economico-finanziari ben precisi.