Il Tondo Doni: un brano di poesia

Eccoci dentro il rosso vivo della scenografica Sala 35 degli Uffizi dove appena la scorsa notte fervevano gli ultimi preparativi per presentare al pubblico il michelangiolesco Tondo Doni nel nuovo allestimento. Ha detto bene la soprintendente Cristina Acidini: qui dentro siamo al cospetto “dell’ouverture della Cappella Sistina”, opera fondamentale che apre la “maniera moderna”, come la chiamò il Vasari. “Se la Tribuna è il cuore e il cervello, la Sala 35 ora è il grembo generatore, l’incubatrice dell’era moderna”.

Il direttore degli Uffizi, Antonio Natali, è tornato più volte sul concetto della “lettura delle opere d’arte in Galleria”, che deve essere “quieta per aiutare il cuore e la mente a comprendere d’essere al cospetto d’un testo poetico che richiede gli stessi tempi d’un brano di poesia”. Ora le creazioni importanti del primo Cinquecento, dunque, non sono più affastellate, bensì disposte magistralmente nella nuova sala, a destare meraviglia. Infatti come si accede alla stanza – munita di un bellissimo lucernaio nuovo nuovo, e di una illuminazione che l’architetto Antonio Godoli ha voluto di intensità mutevole col mutare delle ore – lo sguardo incontra la sensuale figura marmorea di Arianna/Cleopatra – grande “come una fontana in una piazza” (vi ricordate il suo trasporto in volo di poche settimane fa?), le cui attorte braccia anticipano il gesto delle braccia di Maria, che sostiene il bambino, nel retrostante Tondo Doni.

Ai suoi lati si trovano due tavole di Francesco Granacci, amico di Michelangelo; nelle pareti laterali le scuole pittoriche di San Marco, con dipinti di Fra’ Bartolomeo e Mariotto Albertinelli, e dell’Annunziata, con Andrea del Sarto e il Franciabigio, per concludere il percorso di nuovo verso l’ingresso, incorniciato da opere dell’iberico Alonso  Barruguete. Il Tondo di Michelangelo ha fatto svariati spostamenti dal 1508, quando fu completato ed entrò nella collezione di Agnolo Doni, per passare poi nel tesoro dei Medici a Pitti e infine agli Uffizi, dove gli è stata spesso cambiata la postazione, passando infine nel corridoio di ponente, nel dopoguerra, durante la ristrutturazione che si avvalse degli insigni architetti Michelucci, Scarpa, Gardella e Morozzi. In questo peregrinare il dipinto è stato restaurato soltanto due volte.

Una grande soddisfazione per la presidente degli Amici degli Uffizi Maria Vittoria Rimbotti, il nuovo allestimento: infatti esso è stato da loro interamente finanziato con un contributo di 130 mila euro “festeggiando così degnamente il loro ventennale e debuttando nel 2013 con la prestigiosa collocazione del capolavoro michelangiolesco”. Una non comune generosità al servizio dell'arte e del pubblico, il quale da domani potrà ammirare la Sala 35. Tanto più necessaria e apprezzabile perché gli Uffizi restino un luogo dove sono conservate le somme testimonianze – concordiamo con Natali –  “di virtù e di valore di una stagione che difficilmente Firenze avrà la ventura di rivivere”. (All'indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=jaoc32bir-s si possono vedere le fasi di allestimento).

 

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