La commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato un emendamento volto a sopprimere le sole sezioni distaccate dei Tar di Latina, Pescara e Parma. Ad oggi, quindi, nonostante le proteste arrivate da Parma – non solo dal Tar, ma da praticamente tutte le forze politiche locali – il governo tira dritto sulla strada dello snellimento delle sezioni distaccate dei Tribunali amministrativi regionali. Con l’auspicio, tutto da verificare nei fatti, che a ciò possa corrispondere anche ad un calo delle cause presentate di fronte ai Tar.
Nelle settimane scorse, oltre al sindaco Federico Pizzarotti, anche i parlamentari locali del Pd e gli stessi giudici avevano invitato il governo a rivedere la decisione.
I parlamentari del Pd Romanini e Maestri restano comunque fiduciosi sulla possibilità di salvare in extremis il Tar a Parma, alla cui “scomparsa” mancherebbe comunque un anno.
“Si delinea – scrivono in una nota – un percorso che non porta, come nel precedente testo del governo, alla immediata chiusura. La nuova formulazione sposta il termine al primo luglio 2015 e prevede che le soppressioni siano operate sulla base di oggettive analisi dei costi delle sedi, delle economie ottenibili, della collocazione geografica e così via. Abbiamo dunque una ulteriore occasione per ridiscutere dell’opportunità di mantenere nella nostra città una sede staccata del Tar nella quale mettere in evidenza le diseconomie e le inefficienze che conseguirebbero dalla soppressione della sede di Parma e nella quale sarà possibile proporre una nuova e più razionale definizione delle circoscrizioni, ad esempio con l’estensione di quella di Parma alla provincia di Modena”.
Nel caso di un’effettiva eliminazione del Tar di Parma, che è competente anche per Reggio Emilia e Piacenza, tutti i ricorsi pendenti verrebbero trasferiti nella sede principale di Bologna.
Gli oppositori dell’abolizione ricordano comunque che il Tar di Parma è virtuoso, infatti negli ultimi anni il bilancio tra ricorsi passati in giudicato e nuovi ricorsi è attivo. Nel corso del 2013 sono stati presentati 373 ricorsi, a fronte di 512 decisioni. L’arretrato al 31 dicembre 2013 ammontava a 1.127 ricorsi. I numeri non sono alti: tre magistrati, cinque dipendenti.