Il taglio cinese

Se il parruchiere ha gli occhi a mandorla

Sara Di Antonio

I cinesi stanno occupando i gangli dell’economia, con punte di prodotto interno lordo da Paese in crescita. Hanno, da tempo, monopolizzato alcuni settori della tradizione manifatturiera italiana. E oggi curiosamente, hanno la meglio sulle nostre teste: sono i parrucchieri cinesi, veri protagonisti di una piccola moda che si estende silenziosamente nelle città e che ha conquistato anche Reggio Emilia.

Negozi sempre aperti anche nel giorno di chiusura classico dei parrucchieri, il lunedì, e orari dilatati fino alle nove di sera: a queste condizioni, sono sempre di più le reggiane a farsi tentare. Ci si trova per caso in zona stazione e con un colpo d’occhio ci si affaccia sui loro negozi, sempre affollati da una clientela variegata: non solo stranieri, ma anche tantissime signore di città, stanche delle attese del salone di fiducia o desiderose di sperimentare un’insolita location per farsi belle. Taglio e piega a meno di quindici euro, una piega per molto meno: sono i prezzi degli haidresser del Sol Levante a fare la differenza, non solo rispetto ai blasonati maestri del taglio, ma pure alle piccole botteghe di periferia italiane. E allora, senza bisogno di prendere appuntamento, giù a farsi lavare, asciugare e piastrare da queste silenziose parrucchiere dagli occhi a mandorla.

I locali sono tenuti in ordine, e sui muri campeggiano tante foto di delicate fanciulle cinesi pettinate all’ultima moda, secondo i canoni asiatici: capelli lisci o leggermente ondulati, tinte castane o miele che cercano di abbandonare il solito color nero pece d’ordinanza. Il servizio è in media rapido e accurato, e bastano quaranta minuti per una piega non impegnativa, mentre tutt’attorno si senteono cinguettare delle parole incomprensibili in mandarino. L’entusiasmo cresce quando all’avventore della prima ora viene regalata la fidelity card: al decimo appuntamento, spiegano in modo elementare i cinesi, la piega è in omaggio.

Alle signore bene, sfibrate dalle svariate centinaia di euro normalmente necessarie per la classica trinità piega-tinta-e colpi di luce, si inumidiscono gli occhi: “è la globalizzazione”, dicono, mentre si infilano gelosamente la card in tasca, sapendo, che di lì a poco, sicuramente torneranno a farsi pettinare. È il mercato che cambia, bellezza.

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