Il sogno del dopo coronavirus: una cena al ristorante

Parigi – Dopo un mese di clausura, destinato a durare sicuramente ancora a lungo, i francesi sognano soprattutto di sedersi al tavolo di un ristorante. Secondo un sondaggio pubblicato oggi da Cosmopolitan, il desiderio più diffuso è proprio quello di interrompere la ormai lunga serie di pasti casalinghi per tornare a mangiare fuori ristorante o brasserie che sia o almeno bersi qualcosa al bar.

In seconda posizione figura andare al cinema, nonostante la ricchissima offerta di film proposti anche gratuitamente alla tv e sul net.  La nostalgia per le sale cinematografiche, si fa sorprendentemente sentire qui oltr’alpe, un buon segno per chi temeva per il loro futuro. In terza posizione ritroviamo l’attività sportiva che il confinamento ha ridotto qui a yoga e ginnastica in casa, maratone sui terrazzini e jogging a orari prestabiliti.  Solo dopo ritroviamo i desiderio di divertirsi, di far festa se non darsi alla pazza gioia per dimenticare le lunghe giornate in isolamento.

Durante la quarantena i francesi hanno cercato di occupare il tempo nei modi più svariati, come del resto in Italia. A darci un‘indicazione dei loro passatempi ce la dà la lista degli acquisti che ha subito il più forte aumento rispetto al pre Covid19.  Dall’analisi dell’istituto che segue  i dati sui consumi,  si apprende che la vendita di farina, lievito e zucchero ha registrato un’impennata del 200% , tutti ingredienti indispensabili per darsi alla confezione di dolci.

Grazie alla necessità di ricorrere alle proprio capacità culinarie per sovvenire ai peccati di gola, i fornelli starebbero così tornati in auge.  Per essere sicuri di conservare le riserve alimentari deperibili senza rischi c’è anche stata una corsa all’acquisto di congelatori. La tendenza al do it your self  si è  espressa soprattutto  al rifornirsi di pane e yogurth fatti in casa.

Per impedire che letti, poltrone e divani invadessero la vita agli “arresti” domiciliari i francesi sono ricorsi in massa a cyclette, vogatore e anche alle più economiche corde da saltare. Il telelavoro ha fatto balzare dei 285%  le cartucce d’inchiostro per stampanti.

Balconi e giardini non sono mai stati probabilmente curati come in questi giorni, considerato l’aumento delle spese di prodotti e attrezzi da giardinaggio. Mentre i prodotti di bellezza sono in forte calo, sono le macchinette per tagliare i capelli che invece fanno furore, ovviando così  all’impossibilità di ricorrere a barbieri e parrucchieri per domare le proprie chiome. Stranamente nella lista dei desideri dei francesi alla fine della quarantena non figurano né parrucchieri né estetisti, nonostante siano in molti a lamentare lo stato del loro aspetto esteriore.

Mentre si è tutti impegnati a cercare di vivere il confinamento nei migliore dei modi, tra lettura, film, cucina o giardinaggio, si cerca qui come in Italia il miglior modo di uscire dalla clausura. Altri pericoli, non di natura sanitaria sarebbero però in agguato qui in Francia.

Il quotidiano “Le Parisien”, l’intelligence francese teme che alla fine del provvedimento esplodano contestazioni anche violente nel paese. Militanti di gruppi contestatari si starebbero organizzando per esprimere la loro collera che in questo periodo di confinamento non è stato possibile esprimere. Lo scontento e la collera, già presente nel paese e che si era espressa col movimento dei gilets jaunes,  sarebbe ora stata alimentata dal modo in cui il governo ha affrontato l’epidemia la cui illustrazione è data dalla penuria di materiale sanitario, a cominciare dalle mascherine

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