Proroga del blocco sfratti, “il sindaco sbaglia a dichiararsi favorevole”

“Le dichiarazioni del Sindaco Vecchi rese a Mi Manda Raitre circa la richiesta di conferma del blocco degli sfratti, ponendo così a carico dei proprietari politiche di welfare che spetterebbero alla Comunità, sono estremamente gravi e non tengono conto dei drammatici effetti sociali che il blocco generalizzato (senza differenze tra abitativo e commerciale o tra morosità colpevole o incolpevole) continua a determinare in tante famiglie di proprietari che, sovente, hanno nel reddito da locazione l’unica o la principale fonte di sostentamento e che in questo periodo non sono stati neppure esentati dal pagamento dell’Imu o di altre tasse.

La sospensione degli sfratti sta vietando, per ben 16 mesi, l’esecuzione di sentenze emesse dai giudici a tutela di centinaia di migliaia di cittadini che attendevano di rientrare in possesso del proprio immobile. L’intento era quello di salvaguardare i conduttori in relazione all’emergenza covid.

La prima osservazione da fare allora è che gli sfratti bloccati hanno riguardato situazioni sorte e sviluppatesi quando il coronavirus era ben lontano dal manifestarsi. È evidente poi che il problema è stato posto non a carico della collettività, ma ad un’altra categoria di cittadini a proprie spese e senza alcuna forma di risarcimento.

Un intervento che non è stato nè accompagnato da indennizzi a favore dei locatori, né condizionato (come invece fatto per altre misure varate in questo periodo) alla circostanza di aver subito danni dal covid. Ad usufruire del blocco quindi è stato sia il dipendente statale, con il suo stipendio garantito ed assistito coattivamente da un proprietario che potrebbe avere il canone di locazione quale unica entrata, sia i tanti truffatori dell’affitto. Non pare, né dalle parole né dalle azioni, che il Sindaco Vecchi mostri interesse per le condizioni in cui può trovarsi il soggetto che subisce le conseguenze della norma, vale a dire il proprietario locatore. Quest’ultimo potrebbe aver perso il lavoro, potrebbe trovarsi in cassa integrazione, potrebbe essere una partita IVA in crisi, potrebbe essere titolare di un contratto di mutuo, potrebbe avere in corso costosi interventi di ristrutturazione.

Ma tutto ciò non viene considerato e si pretenderebbe che il prossimo 16 giugno si paghi ancora l’Imu? Con quali soldi? Non ci si rende poi conto che un provvedimento del genere provoca conseguenze devastanti sul mercato immobiliare con effetti negativi sulle stesse categorie che si intenderebbe tutelare, vale a dire gli inquilini. Chi mai andrebbe ad avventurarsi i nuovi contratti di locazione, abitativi e commerciali, sapendo che il suo investimento e soggetto ad intromissioni di questo genere da parte dello stato?”

Avv. Annamaria Terenziani
Presidente Confedilizia (associazione della proprietà edilizia della provincia di Reggio E.)

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