Scorta sì, scorta no, scorta boh. Bisogna mettersi d’accordo sui termini e su chi la stabilisce. Fatto sta che il servizio di “vigilanza specifica” decretato dalla Prefettura di Reggio a tutela del sindaco Luca Vecchi all’indomani della letteraccia dal carcere dell’imputato nel processo Aemilia Pasquale Brescia, non c’è più.
Pochi giorni seguito più o meno a vista da due poliziotti municipali poi è scoppiato il caso. Col sindacato Sulpl che ha fatto le pulci al servizio precisando non essere di competenza del Corpo municipale, peraltro non armato. E la “scorta” se n’è andata dopo l’ennesimo vertice tira-molla in Prefettura.
Una polemica analoga sta sorgendo a Modena sull’altro caso di scorta o sorveglianza leggera di cui è oggetto la moglie di Vecchi, la dirigente Maria Sergio, anche lei tirata in ballo a più riprese nella lettera di Brescia.
Sul caso della quasi-ascorta al sindaco Vecchi i consiglieri 5stelle Alessandra Guatteri e Paola Soragni hanno presentato un esposto alla Corte dei conti.
Ma altri due sindacati, quello della Cgil ed il Silpol hanno precisato che l’accompagnamento al sindaco starebbe continuando e questa settimana sarebbe stato sospeso per assenza di impegni istituzionali del sindaco stesso.
A dirimere definitivamente la questione è arrivata in serata una nota della Prefettura che precisa come il suggerimento dell’accompagnamento casa-lavoro per il sindaco è arrivato, e confermato, dal tavolo di coordinamento provinciale e ricade sulla polizia municipale in quanto personale preparato alla sorveglianza ed in grado di avvisare prontamente forze militari in casi specifici, e che anche la Polizia di Stato reggiana è impegnata su questo fronte con modalità non rese note per motivi di pubblica sicurezza.