Il Robot chirurgico arriva nell’Azienda USL Toscana centro

Fucecchio – Il Robot chirurgico arriva anche nelle sale operatorie dell’Azienda USL Toscana centro. Nei giorni scorsi al Cesat -Centro di Eccellenza Sostituzione Articolare Regionale- di Fucecchio sono stati eseguiti i primi due interventi con il robot ortopedico a due pazienti, una donna di 64 anni ed un uomo di 62. 

“Anche se i pazienti il giorno dopo erano già in piedi abbiamo atteso che tornassero alle loro case e in buona salute, per dare ufficialmente la notizia – ha dichiarato con evidente soddisfazione il direttore della struttura, dottor Roberto Virgili insieme al direttore del dipartimento chirurgico aziendale dottor Stefano Michelagnoli. 

In sala operatoria oltre al dottor Virgili erano presenti i chirurghi Leonardo Latella e Paolo Poli, aiutati da Mirko Pietri dell’ortopedia di Prato con il supporto anestesiologico della dottoressa Roberta Coppini. Tutta l’équipe è stata coordinata dalla coordinatrice infermieristica Letizia Pontanari ed il reparto, per la parte assistenziale, dall’infermiera Catia Nanneti. 

La sala operatoria dell’ospedale di Fucecchio è la prima, nell’Azienda USL Toscana centro, ad utilizzare la piattaforma robotica ad alta tecnologia per la chirurgia protesica. In particolare sono stati effettuati due interventi di protesi monocompartimentale del ginocchio. 

“Come direzione aziendale -ha dichiarato il direttore sanitario, dottor Emanuele Gori – siamo fortemente interessati a sostenere ulteriori evoluzioni tecnologiche nelle sale operatorie dei nostri ospedali da mettere a disposizione dei nostri chirurghi, al fine di accrescere le loro competenze professionali da un lato ed i vantaggi per i nostri pazienti dall’altro, ed in particolare in ambito ortopedico dove le terapie sono già particolarmente avanzate”. 

Il robot, che viene programmato dal chirurgo in relazione alla tipologia dell’intervento, garantisce una precisione praticamente assoluta. 

“I vantaggi principali –spiega Virgili- sono dovuti alla verifica computerizzata e strumentale di posizionamento e del funzionamento della protesi, che sino ad ora era lasciata all’esperienza e all’occhio dell’operatore. E’ da tenere presente –aggiunge il chirurgo- che in questo tipo di intervento a bassa invasività (in pratica si cambia solo la metà del ginocchio, la parte più danneggiata) anche millimetrici errori di posizionamento minano profondamente la durata nel tempo della protesi con necessità di intervento di revisione per la sostituzione”. 

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