E’ stato sulla cresta dell’onda politica per alcuni anni, consigliere comunale a Reggio per un decennio poi per un quinquennio assessore alla sanità in Provincia prima che venissero abolite (?). Dai Ds all’IdV. Oggi però ha sublimato quell’esperienza nel segno calligrafico tipico della tradizione orientale. Dopo anni di ricerca e prove infatti il reggiano Marco Fantini, del tutto scomparso dalla scena pubblica, si sta rifacendo vivo con una molteplicità di grafi in inchiostro di china declinati in chiave moderna e rappresentanti danzatori, guerrieri, scene del Kamasutra, semplici decori.

I suoi quadri toccano temi astratti come la creazione dell’universo (stelle, buchi neri, supernove) e passano dalla cosmologia ai più reconditi recessi della psiche interiore, mostrando simboli ma anche temi della più stretta attualità (in un quadro è esplicito il riferimento al coronavirus).
Oltre al mercato italiano, Fantini vanta l’apprezzamento di qualche collezionista straniero: un’amica straniera, Chen Lili di Honk Kong ha piazzato tre suoi quadri in un grattacielo della metropoli asiatica. Un suo omonimo nonché amico, Marco Fantini appunto, funzionario della Commissione europea, gli ha acquistato un quadro per la sua dimora di Bruxelles. Insomma qualcosa si sta muovendo e, considerata la capacità di cambiamento ed il suo eclettismo, del Fantini oggetto dell’articolo, non ci stupiremmo se non si fermasse qui.