Il ritorno del Cavaliere di Saint George, il “Mozart di colore”

Un film Usa diretto da Stephen Williams e interpretato da Kelvin Harrison
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Ci voleva forse il movimento Woke perché la vita del Cavaliere di Sain Georges uscisse dall’oblio. Una vita da romanzo il cui protagonista sembrava non avere tutte le carte in regola, all’epoca, per affermarsi   Non è un caso infatti che sia una produzione americana e non francese a portare sullo schermo la sorprendente parabola di questo mulatto che, nato in Guadalupa da un signorotto francese e una schiava, doveva conoscere a Parigi momenti di vera gloria sia per il suo talento di spadaccino che come violinista e compositore.

Un successo nel mondo della musica che gli era  valso il discutibile appellativo di « Mozart di colore » e nonché l’onore di diventare il maitre à musique della regina Maria Antonietta. Che lo avrebbe voluto addirittura a capo dell’Accademia Reale di Parigi, un incarico che era stato però fatto naufragare per l’opposizione delle prime donne Sophie Arnould, Rosalie Levasseur e Marie-Madeleine Guimard poco disposte ad essere « sottoposte agli ordini di un mulatto ».Fino ad allora, pertanto, il colore della pelle sembrava non avere influito sulla sua vita, probabilmente grazie al padre che lo aveva riconosciuto e inserito nell’alta società.  Non va poi dimenticato che in Francia che é solo dal 1777 che una legge vieta l’ingresso in Francia dei neri, liberi o affrancati che siano per poi mettere al bando i matrimoni misti.

Il nostro cavaliere, nato  Baillif nel 1745, arriva in Francia dunque  senza incontrare alcun ostacolo, protetto dal padre, il gentiluomo Guillaume-Pierre Tavernier de Boulogne che lo aveva concepito assieme a una schiava senegalese nella sua piantagione in Guadalupa. Il bambino aveva preso il nome dal suo padrino Georges Boulogne de Saint Georges. Il padre non aveva lesinato energie e mezzi per assicurare al figlio la migliore educazione e facilitargli l’ingresso nella società. Il giovane non aveva mancato di dargli piena soddisfazione : il giovane chevalier si era subito fatto conoscere come uno dei più forti spadaccini di Francia e il suo talento nella musica aveva fatto il resto. Anche come militare si era fatto subito onore. Le chevalier de Saint Georges sarà il primo militare di colore a essere nominato colonnello.

Con la morte del padre nel 1774,  il cavaliere rimane senza mezzi e deve trovare nella musica le sue risorse per vivere. Tra il 1773 e il 1774 pubblica gran parte delle sue composizioni tra cui una decina di sinfonie e altrettanti concerti per violino. Tra il 1777 e il 1790 comporrà anche una serie di opere, la maggior parte delle quali é andata perduta. Quando alla morte di Luigi-Filippo di Orléans, il 18 novembre 1785, Saint-Georges si trova senza incarichi musicali a corte, viene invitato da maestro d’armi italiano Henry Angelo a esibirsi in duelli di fioretto alla corte del principe del Galles. Il più noto é quello, immortalato in un quadro di Mather Brow, con il celebre chevalier d’Eon, diplomatico e avventuriero francese noto anche per la sua ambigua identità di genere.

Impegnato nella rivoluzione francese a fianco di Philippe Egalité,  nel 1792 viene promosso colonnello della Legione degli Amaricani e del Mezzogiorno, o Legione nera che compronde soldati di colore tra cui Thomas-Alexandre Dumas, padre del celebre scrittore.

Accusato di tradimento e poi mai reintegrato nei ranghi militari, morirà poi a Parigi solo e in miseria  nel 1799. Una triste fine per il primo compositore di talento di ascendenza africane ad operare nell’ambito della musica classica europea . Va detto, però, che tra i melomani non era stato del tutto dimenticato. Ed é gia`da un po`di tempo che le sue opere hanno cominciato a tornare in repertorio e non per il colore della sua pelle ma per il suo talento. Il film, diretto da Stephen Williams e interpretato da Kelvin Harrison che su quale tasto insisterà : discriminazione positiva o legittimità musicale ? Lo vedremo alla sua uscita con l’anno nuovo

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