Il rito delle Primarie secondarie

Fuffologi a tutto spiano ma è tempo di placare la lingua poco ardita che si mulina invano, fermarsi a riflettere e buttar giù uno straccio di programma. Che il 2 marzo non è poi così lontano. E se anche si gioca in casa e i fedeli lettori possono chiudere un occhio, da lì in avanti comunque si fa sul serio. E ci si confronta per davvero, magari anche con chi non la pensa come te. Attenzione che la spada di Damocle del ballottaggio non è poi così campata per aria. O meglio, è ben assisa in aria e pronta a piombare sulle teste di chi fino a ieri si è crogiolato con maggioranze bulgare e rischia di non avere sviluppati anticorpi per le concorrenze.

A giudicare dalla campagna elettorale fin qui elaborata, i quattro dell’ave Maria sono apparsi più adatti alla preghiera dell’eterno riposo visto che non si è riusciti a far decollare un confronto degno di questo nome o argomenti degni di essere discussi con evidente passione: Vecchi, Corradini, Sassi e Magnani se la sono più che altro mandata a dire senza nemmeno troppa vivacità, stanchi sacerdoti di una liturgia che per primi loro dovrebbero presiedere col dono della fede. La passione del credente. Luca Vecchi, forte dell’appoggio ufficiale del Pd, non si cura troppo dei temi locali e la butta sull’internazionale, come se corresse per il dicastero degli Esteri. Franco Corradini, 30 anni di amministrazione alle spalle, è al contrario fin troppo minimalista e si lamenta di non essere stato invitato in canonica. Matteo Sassi è sempre più incupito, alla disperata ricerca di qualche residuo tema di sinistra che sostanzi la sua presenza. Emanuele Magnani fa sfoggio di una certa dimestichezza veterotestamentaria e si autodefinisce quotidianamente un “Davide” anche se non si comprende bene chi, in questo agone, possano essere i Golia.

Bene, era soltanto il rodaggio. Da ora mancano solo due settimane e i candidati del centrosinistra alla poltrona di sindaco sono vivamente pregati di cambiare registro. Parlare chiaro e con cognizione di causa, semmai anche sbilanciandosi che c’è bisogno di poche e nette parole. Allocuzioni e circumnavigazioni sono roba da prima Repubblica. Qualche spunto lo possiamo anche suggerire noi: la crisi economica, il lavoro e le trasformazioni del welfare; la sicurezza e la convivenza con le comunità straniere; il futuro urbanistico e il destino dell’area nord; i servizi sanitari e in genere quelli essenziali; le tasse locali e le bollette Iren assieme alla gestione pubblica delle risorse; la cultura e lo sport, che il tempo libero non è poi dimensione sorpassata. Dite la vostra su questo e, possibilmente, dite cose di centrosinistra.

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