Roberti stronca i viaggetti in Calabria degli amministratori

Parole chiare, quelle pronunciate in Sala Tricolore dal Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, che indirettamente chiamano in causa i politici reggiani che nel 2009 si recarono a Cutro alla vigilia del voto

iuhuihpuiQuando un politico si rivolge, per il voto, a una platea in cui ci sono mafiosi, li legittima“. Parole chiare e decise. Che non rappresentano un attacco incendiario e polemico, ma che non fanno sconti a nessuno, nemmeno a qualche noto personaggio di casa nostra. A pronunciarle, ieri sera, in Sala Tricolore a Reggio Emilia, il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti (foto), relatore – insieme al giudice del Tribunale di Milano Giuseppe Gennari – della conferenza “Reggio contro le mafie“, svoltasi alla presenza del sindaco di Reggio Luca Vecchi e dell’assessora alla sicurezza e cultura della legalità Natalia Maramotti. Un incontro per capire come si siano radicate le mafie sul nostro territorio e quello che cittadini e amministratori possono mettere in atto per contrastarne l’azione. “Fare campagna elettorale in Calabria per elezioni che si tengono in Emilia vuol dire sapere che l’appoggio all’elezione viene dalla Calabria. Vuol dire sapere che è là che si decide l’elezione“: questo uno dei passaggi chiave dell’intervento di Roberti, chiaramente riferito anche all’episodio del 2009, quando alla vigilia delle precedenti amministrative il candidato sindaco reggiano Graziano Delrio partecipò ad una festa a Cutro in compagnia di altri politici reggiani ed emiliani tra cui Salvatore Scarpino.

Non è sceso in particolari che riguardino specificamente la provincia reggiana, il procuratore, che ha ricordato come la vera forza di tutte le mafie stia “fuori dalle mafie. Anche qui in Emilia sta fuori dalle organizzazioni. Le mafie sarebbero già state debellate da un parecchio tempo se non ci fossero stati opportunismi, convenienze e una rete di paura“.

Con l’eco non ancora spento dei casi Brescello, Montecchio, Sarcone e Grande Aracri, l’incontro ha rappresentato un valido e significativo momento di sintesi per quanto riguarda il chiarimento su come stiano le cose nel nostro territorio, da ogni punto di vista; in una sala in cui sono riecheggiati termini come omertà, zone grige e rapporti con la politica: “L’omertà – ha affermato Roberti – è una regola cardinale delle organizzazioni mafiose. E se c’è un’omertà interna che vale per gli affiliati, c’è un’omertà più sfumata che riguarda la zona grigia e rappresenta la vera forza delle organizzazioni. Quando un imprenditore si fa finanziare da chi ricicla, ne legittima la posizione. In questi anni lo Stato ha fatto moltissimo e ora le mafie non sono potenti come una volta; ma quello che è mancato è la capacità di completa comprensione del fenomeno. Qui le mafie non si sono infiltrate con la forza, ma con la corruzione, offrendo servizi, denaro e presentandosi con un volto apparentemente ‘buono’. E se non hai al tuo fianco la forza delle istituzioni… tutto diventa difficile. Qui la strada è lunga, ma è quella giusta“.

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