Il problema delle armi libere negli Stati Uniti

Circa 20mila morti per arma da fuoco nel 2022

La professione più pericolosa, negli Stati Uniti d’America, non è il minatore,  e neanche il militare in zona operativa (900 soldati in Siria e 2.500 in Iraq).  E’ la Presidenza del Paese.  

Secondo un rapporto  del Congressional Research Service, si sono verificati attentati in 15 diverse occasioni, cinque dei quali ‘fatali; delle 45 persone che hanno ricoperto la carica di presidente, 13  sono state oggetto di tentati omicidi, o omicidi veri e propri. I casi più noti sono quelli di Abraham Lincoln (1865) e di John F. Kennedy (1963). Un Presidente Usa su tre ha subito attentati omicidi. L’attentato a Trump è dunque l’ultimo di una lunga serie.

Questa violenza rispecchia  la situazione di una società che racchiude rilevanti frange violente.

Nel dicembre 2021, secondo un sondaggio del Washington Post e dell’Università del Maryland,  un terzo degli intervistati ha sostenuto che può essere giustificata una azione violenta contro il Governo.  Nel 2022 ci sono stati circa 20.200 morti per arma da fuoco e 38.000 feriti, secondo il database Gun Violence Archive.

Secondo il Pew Research Center, circa il 40% delle famiglie statunitensi possiede armi da fuoco. Tra le armi da fuoco, molto facili da reperire, si trovano fucili d’assalto venduti online a 500 dollari. Così, quasi la metà della famiglie possiede almeno un’arma.

Le armi sono più degli abitanti: alcune stime parlano di 350 milioni. In misura minore, anche l’Europa  ha le sue vittime per armi da fuoco: sono 6.700 all’anno secondo il Flemish peace institute. Quanto a possesso di armi da parte dei cittadini, in Germania sono 25 milioni, in Francia 13 milioni, in Italia 8 milioni; alcuni Paesi come  Finlandia, Cipro e Svezia hanno tassi di possesso di armi pro capite più elevati.

Dopo le sparatorie di massa a Buffalo, New York e Uvalde, in Texas, democratici e repubblicani hanno lavorato insieme in una rara iniziartiva bipartisan per approvare una nuova normativa sulla sicurezza delle armi. La legge, sostenuta dal Presidente Biden, non è entrata in vigore  poiché alcuni deputati conservatori si sono opposti. I conservatori accusano il presidente di promuovere misure politicamente divisive che danneggerebbero il diritto degli americani a portare armi, protetto dal 2° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.  

Nonostante  la lunga lista di stragi, il Senato  ha quattro proposte di legge che avrebbero limitato la vendita di armi. L’attentato a Donald Trump  ha riportato alla ribalta il tema  delle armi da fuoco e la loro diffusione nel Paese.  La violenza nella società si riflette anche nella campagna elettorale e si è fatta strada nel linguaggio della politica.  

Non dimentichiamo il violento attacco al Parlamento (6 gennaio 2021), stimolato da Trump, che causò 5 morti e 140 feriti. “Rottamiamo  comunisti, marxisti, fascisti e la sinistra radicale che vivono come vermi. …Se non vengo eletto ci sarà un bagno di sangue per tutto il Paese”, ha detto Trump.

Per Biden, Trump rappresenta una minaccia esistenziale alla democrazia americana.  Il vice di Trump, J.D.Vance, ha sostenuto che la campagna elettorale di Biden “ha portato direttamente al tentativi di assassinare Trump”. E il rappresentante repubblicano della  Georgia Mike Collins ha scritto: “L’ordine è partito da Biden”..

Charlie Dent, rappresentante repubblicano della Pennsylvania ha commentato: “A questo ritmo il Paese potrebbe cadere in un disordine civile, indipendentemente da chi vincerà le elezioni”. L’atmosfera della Convention democratica, vivace e ottimistica, apre alla speranza che questo buio quadro,  descritto da Vera Bergengruen su Time (5 agosto 2024), venga efficacemente contrastato.

In foto Joe Biden

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